Il tasso di crescita dell’inflazione americana scende. Non come previsto, ma scende ancora (grafico sotto). E questo significa che la Fed alzerà ancora i tassi. Non come all’inizio. Ma lo farà. E li terrà alti presumibilmente per tutto il 2023. I mercati asiatici scendono (Tokyo -0,4%, Hong Kong -1,6%). L’Europa resta appena sopra la parità. Francoforte che si muove appena sopra lo zero: +0,1% a 15.390 punti, mentre Parigi si muove con +0,08% a 7.220 punti.

Storie di borsa: Anima, Tim, Snam, Italgas

Fa eccezione Piazza Affari, -0,1%, sotto i 27.500 punti. Le storie di borsa non mancano. A partire da Tim, +1,8% in avvio a 0,30 euro ad azione, dopo aver chiuso il 2022 con ricavi ed Ebitda superiori alla guidance. In una nota, la compagnia tlc riferisce che il Cda del 24 febbraio deciderà in merito all’offerta non vincolante ricevuta da Kkr (ne parliamo qui) per l’acquisto di una partecipazione “da definire” in una costituenda società “coincidente con il perimetro gestionale e infrastrutturale della rete fissa, inclusivo degli asset e attività di FiberCop, nonché della partecipazione in TI Sparkle“. L’offerta ha una durata di quattro settimane dalla data di invio del primo febbraio scorso. Leonardo segna +0,7%, salgono anche le utility, con Hera ed Enel che crescono dello 0,6%.

Non solo Tim. Occhio a Mediobanca, -0,6% dopo i massimi a 10,2 euro ad azione dell’ultimo anno, che da intermediario ha avviato una procedura di reverse accelerated bookbuilding per rilevare una quota di Anima tra il 7% e il 9%. Secondo rumors potrebbe essere Fsi, fondo di private equity di Maurizio Tamagnini. Anima che è il titolo peggiore: -3,4%. Inoltre, Snam starebbe studiando un bond convertibile per vendere la sua quota in Italgas (-1,3%). 


Grf Ftse Mib by Borsa Italiana

Il rendimento dei titoli di stato rimane ancorato sui valori più recenti del mese di febbraio per quanto riguarda il Btp, al 4,2%, mentre il bund rende ancora sui massimi dell’anno, al 2,4%, per uno spread che si mantiene lontano dalla soglia di attenzione (200 punti) in area 180.

Agenda macro: produzione industriale dell’Eurozona vista in contrazione

Guardando l’agenda macroeconomica, da segnalare l‘inflazione ancora in doppia cifra nel Regno Unito, ma scende al +10,1% a gennaio, sotto le stime al 10,3% e al dato di dicembre al 10,5%, con tanto di deprezzamento della sterlina dello 0,6% che scende sotto 1,21 nel cambio con il dollaro (e ieri la borsa di Londra ha sfiorato quota 8.000 punti, ai massimi storici). In mattinata si attende il dato della produzione industriale in Eurozona: gli analisti prevedono una contrazione pari a -0,7 a dicembre. Nel pomeriggio, oltre alla domanda settimanale dei mutui negli Usa, attesa per le vendite al dettaglio, sempre oltreoceano, e ai dati delle scorte settimanali di petrolio, il cui prezzo scende ancora in mattinata, appena sotto i 78 dollari al barile, in calo dell’1,2% (grafico sotto).

A incidere ovviamente c’è il dato dell’inflazione americana, più caldo del previsto come detto. Inoltre, incide sull’andamento del greggio l’annuncio della Casa Bianca di voler rilasciare altri 26 milioni di barili dalle riserve strategiche per sopperire al blocco della Russia (più offerta determina un calo dei prezzi). Anche le preoccupazioni sull’offerta si sono attenuate dopo che l’Eia ha dichiarato di aspettarsi una produzione record di marzo, dai sette maggiori bacini di scisto degli Usa. Inoltre, l’Opec ha rivisto le sue previsioni sulla domanda di petrolio per il 2023 di 100.000 barili al giorno, citando una maggiore domanda dalla Cina.

E a proposito di Russia, entra in vigore oggi il price cap sul gas a 180 euro al megawattora. Italia, Grecia, Polonia e Belgio chiedevano un tetto inferiore a 200 euro. Attualmente il Ttf oscilla poco sopra i 50 euro, ben distante dal limite concordato dall’Ue.

Valute: il dollaro zavorra i metalli preziosi

Sul fronte delle valute, già detto della sterlina, inevitabilmente il dollaro si mantiene forte, a quota 103,5, per un rialzo dello 0,3% e inevitabilmente questo va ad appesantire le materie prime, non solo petrolio ma anche oro, sceso appena sotto i 1.840 dollari l’oncia a -0,7%, l’argento (-0,8%), e il rame (-1,2%). Bitcoin a 22.120 dollari, in calo dello 0,2%.

Anche l’euro scende sotto quota 1,07, nel giorno in cui il presidente della Bce Christine Lagarde tornerà a parlare, lo farà nel pomeriggio alle 15.00, all’indomani di quanto riferito dal membro del board Gabriel Makhlouf al Wall Street Journal, affermando che l’Eurotower potrebbe aumentare i tassi d’interesse di oltre il 3,5% e probabilmente non li taglierà fino a fine anno. In una dichiarazione precedente, Makhlouf aveva anche detto di non sorprendersi se l’istituto dovesse continuare ad aumentare i tassi oltre la fine di marzo.