Fonte dealflower.it

Lo scatto di Leonardo. Poi le banche a seguire. Piazza Affari parte di slancio nel giorno in cui riapre Wall Street dopo la chiusura per festività. La notizia della fusione di Rada Electronics Industries in Leonardo Drs, controllata americana, con automatica quotazione di quest’ultima ha dato vivacità al titolo della società attiva nel settore della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza. Che rafforza la sua posizione di leadership nel mercato (nella foto l’amministratore delegato Alessandro Profumo) e guadagnando più del 7%, per un valore superiore ai 10,4 euro ad azione.

Come detto, a seguire c’è il comparto bancario (Bper Banca e Unicredit +3%), rassicurato da Christine Lagarde e dal suo discorso di ieri alla Commissione Europea. Il presidente della Bce ha garantito i lavori in corso sullo scudo anti spread, una flessibilità adeguata contro il rischio frammentazione, se mai si verificherà. Ma soprattutto, chiunque dubiti della determinazione dell’Eurotower, commette un terribile errore, per quello che è stato probabilmente il discorso più autorevole mai pronunciato dalla Lagarde da quando è la numero uno della Bce, chiamata, come gli altri grandi istituti centrali, a interventi severi per combattere l’inflazione.

Il picco dell’inflazione in Ue arriverà più tardi rispetto agli Usa

Secondo Lorenzo Pagani, Portfolio Manager di Pimco, l’incertezza a breve termine “è molto elevata, ma nel nostro scenario di base prevediamo che l’inflazione in Europa raggiungerà il picco quest’anno – più tardi rispetto agli Stati Uniti – con la ripresa delle supply chain e l’inasprimento delle condizioni monetarie e finanziarie. Tuttavia, riteniamo che si tratterà di un processo lento e vischioso, e che i prezzi rimarranno elevati fino al 2023, prima di tornare gradualmente verso il target della Bce: ecco perché i rischi di rialzo per le nostre previsioni sono significativi”.


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L’Europa prosegue il rimbalzo, a Piazza Affari guida Leonardo

Tornando a Piazza Affari (grafico sopra), dopo un’ora di contrattazioni segna +1,06% a 22.234 punti. Stesso movimento per Francoforte, +1,03% a 13.410 punti. Parigi è l’indice che per il momento registra il guadagno maggiore: +1,3% a 6.000 punti tondi. Sotto il mezzo punto percentuale di guadagno Madrid, +0,4% a 8.325 punti. Non solo Leonardo (grafico sotto) e le banche.

A Piazza Affari si segnala Tim, che sale del 1,2%, in scia alla notizia che riguarda Vivendi, determinata a ottenere una valutazione di 31 miliardi di euro per la rete dell’azienda attiva nelle telecomunicazioni con lo scorporo dell’infrastruttura. Occhio anche a Generali e alla riunione del comitato nomine per indicare al cda in programma domani il nome del possibile sostituto di Francesco Gaetano Caltagirone. Vendite sulle utility, settore difensivo, con Terna -1,9%, Italgas e Recordati a -1,7%.


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Petrolio, torna a preoccupare la stretta di offerta

Da seguire le materie prime, con petrolio e gas protagonisti. Il Brent (grafico sotto) si riporta in area 116 dollari al barile, proseguendo il recupero avviato già alla vigilia dopo un forte ribasso registrato la settimana scorsa. Persistono in questo senso le preoccupazioni per la stretta dell’offerta, superiori ai timori di un’aggressiva stretta monetaria in grado di portare a una recessione globale, e quindi al rallentamento della domanda (anche la Reserve Bank of Australia ha anticipato che sono in arrivo nuovi rialzi dei tassi).

I prezzi del petrolio sono sostenuti dalla mancanza di offerta provocata dalla guerra in Ucraina e dal mancato aumento della produzione da parte dell’Opec, proprio nel momento in cui la domanda si stava riprendendo dopo la paralisi causata dal Covid. Gli investitori rimangono anche cauti, nel timore di ulteriori interruzioni delle esportazioni petrolifere russe con l’entrata in vigore delle ultime  sanzioni europee. Il segretario al Tesoro Janet Yellen ha affermato che gli Stati Uniti sono in trattative con gli alleati per limitare ulteriormente le entrate petrolifere russe, limitando il prezzo del greggio Usa che andrebbe a sostituire quello del Cremlino.

Riattivare il carbone per ridurre il gas

E mentre il natural gas americano tocca il fondo al di sotto della soglia dei 7 dollari per Mmbtu, ai minimi degli ultimi due mesi in scia dell’aumento delle scorte nazionali, ma soprattutto della ripresa parziale delle operazioni dell’impianto di Freeport in Texas forse tra tre mesi, il Ttf europeo (grafico sotto) è arrivato a 125 euro per megawattora, al livello più alto da marzo dopo che Gazprom, tagliando le spedizioni a Germania, Italia e Francia, ha messo a repentaglio gli obiettivi Ue di riempire l’80% della capacità di stoccaggio. E questo sta inducendo alcuni paesi anche europei a riaprire le centrali a carbone, con buona pace degli obiettivi di sostenibilità: Berlino, Roma e anche l’Olanda sono pronte a far ripartire le attività, essenziale per ridurre l’utilizzo di gas.

Valute, euro +2% nell’ultima settimana

Sul fronte del mercato valutario prosegue il rimbalzo dell’euro (grafico sotto), che ha guadagnato il 2% sul dollaro dal 15 giugno a oggi. La moneta unica, rassicurata dallo scudo anti spread allo studio della Bce, quota 1,056 ai massimi delle ultime 4 sedute. In rialzo anche la sterlina a 1,2305 (+0,5%) mentre lo yen aggiorna i minimi dal 1998 a 135,50 nel cambio contro il biglietto verde. Lo spread è a duecento punti, stabile il decennale italiano che rende il 3,7%, il bund tedesco resta in area 1,7%, t-note Usa a 3,2%. Interessante notare che a fronte dell’ingovernabilità politica francese, il decennale transalpino non abbia registrato particolari movimenti. Chissà cosa accadrebbe, se dovesse succedere in Italia.