I timori per la recessione rimangono. Quelli per un indebolimento della domanda pure, così come i timori per una Fed che rimanga falco nonostante il picco dell’inflazione raggiunto negli Usa. Tuttavia i mercati europei sono alla ricerca della quinta seduta positiva consecutiva e in apertura tutti i principali listini viaggiano sopra la parità, eccezion fatta per Francoforte, piatta in avvio. Ma il nervosismo rimane, e infatti dopo un’ora di scambi le borse Ue perdono vivacità e scivolano tutte sotto lo zero, eccezion fatta per Piazza Affari.

È Wall Street a spingere, la cui solidità dei titoli azionari solleva il sentimento degli investitori, grazie anche ai buoni risultati dei retailer, Wal-Mart e Home Depot in primis, che hanno sostenuto i listini dando slancio anche a Tokyo, che ha superato i 29.000 punti per la prima volta negli ultimi sette mesi.

Piazza Affari, rottura al rialzo del “canalone” ribassista

Anche Piazza Affari si è lasciata alle spalle un livello psicologico importante, ed è quello dei 23.000 punti, resistenza sia statica che dinamica. Tale movimento rialzista permette all’indice di uscire dal trading range ribassista che ha contraddistinto il Ftse Mib per tutto il 2022, e il cui punto di partenza sono 28.200 raggiunti nel mese di dicembre 2021, i massimi degli ultimi 13 anni.

Dopo mezz’ora di contrattazioni Milano guadagna lo 0,6% a 23.136 punti, recupera anche il Dax dopo un avvio come detto incerto: +0,1% a 13.925 punti, guadagno simile per Parigi, +0,12% a 6.600 punti, anche Madrid è allineata: +0,1% a 8.521 punti. Spread in aumento a 220 punti base, con il rendimento dei btp che sale del 3,2%.


Grf Ftse Mib by Borsa Italiana

Inflazione nel Regno Unito +10,1%: nuovo record degli ultimi 40 anni

Interessante anche monitorare l’andamento di Londra, +0,06%, dove a mercati chiusi è stato pubblicato il dato dell‘inflazione che entra in doppia cifra, come previsto dal governatore della Bank of England Andrew Bailey: +10,1% (grafico sopra), al di sopra del 9,8% previsto.

Si tratta del nuovo massimo negli ultimi 40 anni, nonché un’ulteriore accelerazione rispetto al 9,4% di giugno. Per Bailey, l’unico governatore di una banca centrale che ha parlato chiaramente di recessione per il Regno Unito, il picco sarà attorno al 13% e arriverà a ottobre.

La Nuova Zelanda alza i tassi, attesa per i verbali della Fed

E a proposito di banche centrali, da segnalare anche il settimo rialzo dei tassi consecutivo della banca centrale neozelandese, un ritocco di 50 punti base che porta%i tassi al 3%: l’obiettivo rimane quello di combattere l’inflazione con ogni mezzo, lo stesso della Fed che alle 20 pubblicherà i verbali dell’ultimo meeting, da cui il mercato cercherà di capire le intenzioni di Jerome Powell a settembre.

L’inflazione in Uk on è l’unico dato macroeconomico atteso nella seduta odierna. Anzi: tutti i riflettori sono per l’uscita del Pil dell’Eurozona per il secondo trimestre. Si tratta della seconda stima preliminare: l’attesa è +0,7% su base trimestrale (grafico sotto) e +4% su base annua. Nel pomeriggio in arrivo i dati sulle vendite al dettaglio americane, poi, come detto, le minute della Federal Reserve.

Aspettando la Fed, le banche sostengono Piazza Affari. Occhio a Bper

Tornando a Piazza Affari, il comparto bancario fa da traino a partire da Unicredit, +2%, e Bper Banca, +1,6%. L’istituto emiliano, azionista di controllo di Banca Carige, approfitta della revoca da parte del Tribunale di Genova del provvedimento del 25 luglio scorso con cui erano state sospese le delibere assunte dall’assemblea ordinaria del gruppo genovese riguardo la nomina del cda. Un provvedimento che consente la ripresa delle attività del consiglio anche in vista dei prossimi impegni strategici.

Acquisti su Amplifon dopo il -6,5% della vigilia, mentre arrivano prese di beneficio su A2A, -1,6%. Vendite anche su Tenaris, -1,09%, e Tim, -1,08% alla seconda seduta consecutiva negativa dopo i dubbi sul piano di Fratelli d’Italia che vorrebbe l’acquisizione dell’intera compagnia da parte di Cdp.

Materie prime, il gas rimane su livelli record

Guardando le materie prime, resta sui massimi storici il prezzo del gas europeo, a 233,5 euro per megawattora in rialzo del 3,14%. (grafico sotto). L’ondata di caldo record che ha travolto l’Europa ha aumentato la domanda ma sta ancherallentando l’approvvigionamento per la scarsità d’acqua delle reti idriche, tutti problemi che vanno ad aggiungersi al flusso ridotto del gasdotto russo Nord Stream.

Continua la debolezza del petrolio, con il Wti che scende sotto gli 87 dollari al barile nonostante l’American Petroleum Institute abbia mostrato un calo maggiore del previsto delle scorte di greggio Usa, scese di 448.000 barili la scorsa settimana rispetto alle previsioni del mercato di un calo di 117.000 barili. A incidere maggiormente sul prezzo rimane il potenziale aumento dell’offerta da parte dell’Iran (per gli analisti attorno ai 2,5 milioni di barili sui mercati globali) che coincide con i crescenti rischi di una recessione globale.

Mercato valutario

Sul fronte delle valute, particolare debolezza di dollaro australiano e neozelandese nei confronti di euro e dollaro. Questi ultimi rimangono nella loro “confort zone” aspettando Pil Ue e verbali Fed. Biglietto verde sopra i 106,5 sul proprio paniere principale (grafico sotto), moneta unica ferma a 1,017.