C’è il tasso di disoccupazione francese del quarto trimestre, la cui crescita scende al +7,2% rispetto al +7,3% atteso, in linea con la rilevazione precedente (grafico sotto). Ma anche i dati sul lavoro nel Regno Unito. E il Pil su base annuale e trimestrale degli ultimi tre mesi del 2022 in Eurozona. Basterebbero questi dati a rendere movimentata la giornata di oggi sui mercati. In aggiunta però c’è anche e soprattutto il dato dell’inflazione in Usa. Se occorrono nuovi spunti per catturare le intenzioni della Fed legate alle scelte sulla politica monetaria, arriveranno proprio da qui. La sensazione? Altri aumenti dei tassi in arrivo. I membri del board in questo senso non si nascondono.

Febbraio, segnali di rallentamento aspettando l’inflazione Usa

Tuttavia il processo disinflazionistico è iniziato, parola di Jerome Powell. In aggiunta c’è la ripresa cinese e i nuovi blocchi del petrolio russo, senza contare le tensioni geopolitiche tornate d’attualità tra Usa e Cina. Oltre che ovviamente le trimestrali che danno i conti delle compagnie quotate in borsa ancora sostanzialmente solide, ma con outlook incerto sul 2023.

Le variabili non mancano per le borse internazionali che infatti si muovono incerte nelle ultime sedute. Wall Street è negativa in questo mese di febbraio: S&P500 -0,5% circa, Nasdaq oltre il punto percentuale di rosso. Un po’ diversa la situazione in Europa, dove il bilancio parziale è positivo, anche se di recente ci sono stati dei rallentamenti evidenti. Spread a quota 180 punti base con il rendimento del Btp in calo al +4,1% dopo le confortanti previsioni sull’economia nell’area Euro di Bruxelles (Bund +2,3%).

Piazza Affari: Iveco, Tim, Saipem, Poste

A Piazza Affari, che parte moderatamente positiva, +0,3% a 27.514 punti, il titolo più comprato in avvio per la terza seduta consecutiva è Iveco, +2,4%, che prosegue nel suo rally (+22,5% nelle ultime due sedute). Da seguire Tim (+0,7% in avvio), che riunisce il cda nel pomeriggio per approvare i conti 2022 e l’aggiornamento del piano strategico al 2025. Ma anche Intesa Sanpaolo (+0,3%), il cui bond Tier 2 registra boom di domande: 2,5 miliardi. Ed Enel (+0,6%), su cui piovono 3,4 miliardi sui due bond che rendono fino al 4,7%.

Su Leonardo (-0,2%), in attesa che Air India acquisti 500 aeroplani, Banca Akros fiuta buoni conti per il 2022 mentre Banco Bpm (-0,3%) attende il nuovo Cda. Occhio a Poste Italiane (+0,6% dopo il +1,4% della vigilia), all’indomani dell’annuncio del suo ingresso nel mercato gas e luce. Saipem a caccia del rimbalzo (+2,1% in apertura) dopo il -5,7% di lunedì, con scambi elevati, pari a oltre il 10% del capitale, un rosso dovuto probabilmente ai disinvestimenti delle banche che a luglio avevano rilevato il 30% nell’ambito dell’aumento di capitale da 2 miliardi di euro.


Grf Ftse Mib by Borsa Italiana

Borse asiatiche contrastate

Prudenza sarà la parola d’ordine per quanto riguarda la seduta di oggi anche in vista della chiusura dell’Asia, contrastata. Hong Kong -0,3% ma Tokyo +0,6%, sostenuta dai dati preliminari del Pil giapponese, cresciuto del +0,2% nel quarto trimestre 2022 invertendo la tendenza rispetto al -0,3% del terzo trimestre, seppur al di sotto delle aspettative (+0,5%). In Giappone tiene ancora banco l’elezione del nuovo governatore della BoJ, secondo Reuters Kazuo Ueda, il che sarebbe una sorpresa. Perché proseguirebbe le politiche da falco portate avanti da Haruhiko Kuroda,  il quale negli ultimi tempi aveva fatto capire che i tempi dell’espansione monetaria volgessero al termine.

Materie prime: petrolio

Il petrolio conferma la discesa sotto gli 80 dollari al barile e una contrazione dell’1% (grafico sotto) ritirandosi dai massimi di due settimane dopo che gli Stati Uniti hanno annunciato l’intenzione di rilasciare 26 milioni di barili di petrolio dalle riserve strategiche, contrastando l’impatto dei tagli alla produzione russi e la ripresa della domanda cinese. Anche il terminal di Ceyhan in Turchia, che esporta circa 1 milione di barili di greggio al giorno, ha ripreso le operazioni dopo essere stato interrotto da un forte terremoto la scorsa settimana.

Inoltre, gli investitori rimangono cauti in vista dei dati sull’inflazione degli Stati Uniti. Nel frattempo, il benchmark petrolifero statunitense ha raggiunto i massimi di due settimane sopra gli 80 dollari nella sessione precedente, dopo che la Russia ha annunciato alla fine della settimana scorsa l’intenzione di tagliare la produzione di 500.000 barili al giorno a marzo, pari a circa il 5% della produzione totale.

Mercato valutario: il dollaro attende l’inflazione Usa

L’indice del dollaro è sceso verso 103, scivolando per la seconda sessione consecutiva. Si tratta della valuta più attesa oggi aspettando il dato sull’inflazione Usa. Il presidente della Fed Powell ha anche sottolineato che i tassi potrebbero raggiungere un picco più alto del previsto se il mercato del lavoro rimarrà solido e se i numeri dell’inflazione non diminuiranno. Inoltre, l’ultima indagine della Fed di New York sull’inflazione di gennaio ha mostrato che gli americani continuano a prevedere elevate pressioni inflazionistiche a breve termine. Il dollaro si è leggermente indebolito su tutta la linea, con un’attività di vendita più pronunciata nei confronti dello yen giapponese. Ma occhio all’euro, ora a 1,07, che potrebbe registrare volatilità dopo l’uscita del Pil in Europa.