La crisi di governo esplode anche a Piazza Affari, peggior piazza d’Europa per distacco: il Ftse Mib perde l’1,1% in avvio per poi precipitare sotto i 21.000 punti  nella seconda ora di contrattazioni, un rosso ben differente rispetto al -0,2% di Parigi e il -0,5% di Madrid. Francoforte apre sopra la parità per poi scendere sotto lo zero: -0,12%. Anche lo spread ha iniziato a risalire di slancio: sono 214 punti base, con un rialzo di quasi 5 punti percentuali, movimento dovuto anche al rendimento del btp decennale che si riporta in area 3,3%.


Grf Ftse Mib by Borsa Italiana

E’ un rosso che si fa notare in una due giorni in cui il mercato tutto sommato ha tenuto (lo Sp500 ha chiuso a -0,4%) anche al dato dell’inflazione negli Stati Uniti, +9,1%, con la certezza ormai diffusa che la Fed alzerà i tassi dello 0,75%. O forse no. Forse potrebbe anche intervenire con un punto tondo, come ha fatto la Bank of Canada nel pomeriggio di mercoledì.

“Probabilità di recessione profonda in Usa sempre più elevata”

Questo il commento di Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte: “Le banche centrali centrali vogliono drasticamente ridurre la crescita, alle prese con la necessità di ridurre in brevissimo tempo l’inflazione galoppante. I marcati rialzi dei tassi, insieme alla fine del Qe, comporta condizioni di liquidità decrescenti. Per il trimestre in corso lo scenario delineato è quello di commodity, tassi governativi e borse mediamente in calo entro settembre. Il contesto di tassi governativi in calo dovrebbe consentire al growth di sovraperformare mediamente il value mentre la probabilità di una recessione profonda Usa nell’arco di 3/4 trimestri diventa sempre più elevata, come segnalato dalla nuova profonda inversione della curva 2/10 anni, arrivata a -16pb”.

Intanto il dollaro raggiunge un nuovo massimo da ottobre 2002 sul dollar index, a quota 108,63 mentre l’euro è ancora a rischio rottura al ribasso della parità: al momento il cambio è a 1,0005 con la moneta unica che cede lo 0,1% mentre il petrolio è ancora in rosso sui timori della recessione, a partire dal Wti che naviga appena sopra i 95 dollari al barile, in perdita dello 0,6% (grafico sotto).

Banche in sofferenza, Draghi sale al Colle

L’Italia è inevitabilmente l’osservata speciale. La crisi di governo sarebbe a un passo e viene data per certa la salita al Colle di Mario Draghi, che più volte ha dichiarato: “Senza il M5S non c’è governo”. E’ anche vero che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella potrebbe conferire nuovamente l’incarico al premier, nel tentativo di ricompattare la maggioranza in Parlamento.

Tornando a Piazza Affari sono inevitabilmente le banche a soffrire la seduta: Intesa Sanpaolo perde il 3,6% (grafico sotto), Bper Banca -3,5% e Banco Bpm -3,38%. In sofferenza anche Unicredit -3,3%. In controtendenza c’è Saipem, su cui la volatilità continua nell’ultima settimana di aumento di capitale: il titolo energetico sale del 7,5%, mentre le nuove azioni saranno disponibili da martedì 19 luglio. Acquisti anche su Stmicroelectronics, +1,4%, stessa crescita per un titolo difensivo come Amplifon.


Grf Intesa Sanpaolo by Borsa Italiana

Tra gli appuntamenti macro, da segnalare alle 11 il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, che presenterà le previsioni economiche d’estate della Commissione europea. Nel pomeriggio attesi i risultati delle due banche d’affari americane Morgan Stanley e JP Morgan, oltre all’indice dei prezzi alla produzione di giugno negli Stati Uniti e le richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione assieme alle scorte settimanali di gas naturale degli Stati Uniti.

Natural gas verso i 7 dollari, metalli preziosi

E a proposito di gas, con il gasdotto Nord Stream 1 chiuso e i flussi ridotti dalla Norvegia causa incidente in un impianto, il Gnl Usa si avvicina a quota 7 dollari per Mmbtu (+2,5%, grafico sotto), supportato da una forte domanda interna e internazionale. Aspettando i nuovi dati sulle scorte, le rilevazioni Eia avevamo mostrato un dato inferiore alle attese per quant origuarda i piedi cubi di gas allo stoccaggio nella settimana del 1 luglio scorso.

Ancora deboli le valutazioni dei metalli preziosi e industriali: l’oro scende a 1.717 dollari l’oncia, per un ribasso dello 0,9%. Argento sotto i 19 $, rame in area 3,25 dollari per libbra, platino sul supporto di 840 dollari l’oncia. 

Dollaro yen, nuovo massimo

Sul fronte delle valute, già detto di euro e dollaro, da segnalare il nuovo massimo degli ultimi 24 anni di dollaro yen, a 139,29, dopo che il Partito Liberal Democratico ha rafforzato la propria maggioranza alle ultime elezioni, una vittoria che però non segnala alcun cambiamento nelle politiche monetarie accomodanti. Yen appesantito dall’impegno della Banca del Giappone a mantenere bassi i tassi di interesse per sostenere l’economia in un momento in cui altre grandi economie stanno correndo avanti con rialzi aggressivi dei tassi per combattere l’aumento dell’inflazione.