Oltre ad alzare i tassi per la prima volta dopo undici anni, la Bce dovrà spiegare nel pomeriggio i dettagli dello scudo anti spread, denominato Transmission Protection Mechamism (Tpm), strumento teoricamente rivolto soprattutto all’Italia e agli altri paesi indebitati. Italia che però in qualche modo ha fatto cadere il governo. Mario Draghi è atteso al Colle dopo le comunicazioni alla Camera: sono le basi per una forte volatilità sull’azionario e sul rendimento dei tassi d’interesse. E infatti lo spread è già risalito, toccando un massimo di 245 punti (il massimo dal 16 giugno scorso) per poi consolidare area 230. Il btp rende il 3,35%, ai massimi del mese (grafico sotto), mentre Piazza Affari cede il 2,5%, peggior indice europeo con un gap down che fa piombare il Ftse Mib sotto i 21.000 punti, soglia psicologica.

“All’interno del board della Bce pare esserci una spaccatura”

Anche il resto del vecchio continente si muove in territorio negativo, ma le perdite sono ridotte, che denota la solita prudenza mista a nervosismo per il giorno in cui la Banca centrale europea si prepara ad alzare i tassi, presumibilmente di 25 punti base anche se c’è chi non esclude un aumento dello 0,5%. Inoltre, come spiega Saverio Berlinzani, analista ActivTrades: “All’interno del board pare esserci una spaccatura evidente tra i membri appartenenti ai paesi del nord Europa rispetto a quelli invece periferici del sud. Ed è per questo che la sensazione è che la navigazione della Bce sia molto più complicata di quella delle altre banche centrali, così come gli ostacoli che si trovano sul suo tragitto”.

“Le dimissioni di Draghi potrebbero rendere vano lo scudo anti spread Bce”

Sul Tpm, queste invece le parole di Peter Goves, Fixed-Income Research Analyst di Mfs Investment Management: “Il primo rialzo della Bce dal 2011 porterà il tasso sui depositi da -0,5% a -0,25%. Ci aspettiamo un altro rialzo nella riunione di settembre, nella quale potrebbe essere necessario un incremento maggiore. Ciò che riveste maggiore importanza per i movimenti di mercato sono i dettagli relativi al nuovo strumento anti-frammentazione. È plausibile che uno strumento completo non sia ancora operativo, ma è molto probabile che la Lagarde fornisca alcuni dettagli sul meccanismo e la sua applicabilità. Naturalmente, gli sviluppi politici idiosincratici dell’Italia non sono arrivati al momento giusto e potrebbero mantenere ampi gli spread nonostante questa nuova iniziativa della Bce.


Grf Ftse Mib by Borsa Italiana

A Piazza Affari il titolo più acquistato è ancora Diasorin, +0,9%, titolo farmaceutico e quindi difensivo. Continua il rally di Stmicroelectronics, in controtendenza con il suo indice di riferimento: nel mese di luglio ha guadagnato il 24% e oggi si muove con un rialzo  dello 0,8%. Positivi anche Prysmian (+0,6%) e Ferrari (+0,4%). Forti vendite su Poste Italiane, -6,3%, sulle banche in primi Unicredit, -5,8%, ma anche su Telecom, -5,11%, inevitabilmente tra i titoli più penalizzati con la caduta del governo.

Riapre il gasdotto Nord Stream 1, ma le forniture rimangono ridotte

Occhi puntati anche sulle materie prime. Perché oggi, giovedì 21 luglio, è anche il giorno in cui, teoricamente, Nord Stream 1 dovrebbe riaprire i rubinetti del gas. Teoricamente perché i timori sono che la fornitura rimanga a rischio. E che nella migliore delle ipotesi i flussi non saranno superiori al 30-40%. Per ora il prezzo del gas europeo è sceso sotto i 150 euro per megawattora (grafico sotto), ai minimi delle ultime tre settimane, segnale che evidentemente, al momento, le spedizioni sono ripartite. Le parole di Vladimir Putin però non vanno sottovalutate: il presidente russo ha avvertito a inizio settimana che il flusso attraverso il gasdotto potrebbe ridursi al 20% entro la fine del mese, se non verranno ritirate alcune sanzioni. 

E questo sta riportando alle stelle il prezzo del natural gas americano, al di sopra della soglia di 8 dollari per Mmbtu, livello che non si vedeva da un mese. Le prospettive è una maggiore domanda proprio sulla base della minaccia di un’ulteriore forte riduzione delle forniture di metano da parte di Mosca. Sul fronte del petrolio, nuovo crollo del Wti sotto i 100 dollari al barile, stavolta in base a dati ufficiali che indicano una domanda di benzina Usa molto debole nonostante la stagione estiva. A questo si aggiungono le pressioni per i rischi di una recessione globale, in aggiunta all’aggressiva stretta monetaria delle banche centrali.

Oro ai minimi da un anno, l’euro respira

Gli incombenti aumenti dei tassi da parte della Bce (e della Fed la settimana prossima) indeboliscono anche l’oro, che scivola a quota 1.690 dollari l’oncia (grafico sotto), ai minimi dell’ultimo anno, complice un nuovo apprezzamento del dollaro durante gli scambi asiatici, che ha consolidato area 107 punti. Torna a respirare l’euro, che risale dell0 0,2% nel cambio con il biglietto verde, solleticando la soglia di 1,02.