Conta l’inflazione. Contano i tassi. Ma conta anche l’economia reale. E nonostante per le trimestrali si preveda il più grande calo dei profitti delle società quotate dai tempi del Covid, le banche americane centrano gli obiettivi. Anzi, Jp Morgan, Citigroup e Wells Fargo li superano. E così a beneficiarne è tutto il comparto a livello internazionale. Proprio il settore bancario sostiene Piazza Affari e il resto delle borse europee che chiudono la settimana positive.

Milano conclude gli scambi con un rialzo del +0,9% a 27.872 punti, sempre più vicino a quota 28.000. Francoforte guadagna lo 0,5% a 15.808 punti, stesso valore per Parigi, che sale a 7.520 punti.

Spread sotto controllo sempre vicino ai 185 punti base, ma il rendimento dei Bund tedeschi sale ancora: 2,4% mentre il Btp decennale si muove sopra il 4,3%, nel giorno in cui è stato comunicato l’aggiornamento del debito pubblico italiano, in peggioramento con il nuovo record negativo a febbraio: 2.772 miliardi di euro. Il controvalore del portafoglio di titoli di stato italiani detenuti da soggetti esteri tocca il livello più basso da settembre 2012: 614,940 miliardi.


Grf Ftse Mib by Borsa Italiana

Wall Street negativa nonostante le trimestrali, ecco perché

Negativa invece Wall Street al giro di boa: -0,5% lo S&P500, -0,7% il Dow Jones, -0,8% il Nasdaq. Il motivo è legato agli ultimi dati macroeconomici pubblicati negli Stati Uniti, sulla scia dei dati sulle vendite al dettaglio, -1% a marzo su base mensile (grafico sotto) dopo il -0,2% di febbraio, che suggeriscono un rallentamento dell’economia. Inoltre, le parole di Raphael Bostic, presidente della Fed di Atlanta, indicano un possibile ulteriore aumento dei tassi di 25 punti base nel prossimo meeting del 2-3 maggio prossimo, portando il tasso di riferimento al 5%-5,25%, livello che non si vedeva da prima dell’inizio della recessione, nell’autunno del 2007.

Ne approfitta così il dollaro, che rimbalza dai minimi di un anno (euro dollaro -0,3% pur rimanendo sopra 1,10, oro di nuovo sotto i 2.000 dollari l’oncia) sostenuto anche dalle parole di Christopher Waller, del membro direttivo della Fed, allineato a Bostic: “La politica monetaria deve essere ulteriormente inasprita, sul quanto, tutto dipenderà dai dati in arrivo sull’inflazione, l’economia reale e l’entità dell’inasprimento delle condizioni del credito”.

Tornando al Ftse Mib, come detto per le banche e i servizi finanziari è super rally: Bper Banca +4,6%, Finecobank +4,5%, Intesa +3,3%, stesso guadagno per Banco Bpm. In controtendenza le utility, appesantite anche dalla cattiva reazione del mercato nei confronti delle nomine stabilite dal Mef per quanto riguarda Enel. Hera è il titolo peggiore: -2,8% nel giorno in cui il secondo bond sostenibile, dal rendimento del 4,3%, è andato a ruba per quanto riguarda gli investitori internazionali, del valore di 600 milioni di euro, durata dieci anni (richieste per 2,7 miliardi circa). Seguono Snam, -2,2% e Terna -2,1%.

Tra le storie di borsa, Azimut +2,5% oggetto di limatura del prezzo obiettivo a 25 euro secondo Intesa, che ha confermato la visione positiva sul titolo. Iveco +1,6% a fronte di un 2022 con utile netto adjusted di 225 milioni di euro e l’approvazione dell’assemblea del riacquisto massimo di 10 milioni di azioni ordinarie per un totale di 130 milioni di euro, da realizzarsi entro 18 mesi. Molto bene Stellantis, +2%, raccomandazione buy confermata da Jefferies. Ricavi netti record per Ferrari nel 2022, che chiude con un +1,7%.