Ancora cautela. Stavolta però tendente anche al ribasso. Gli utili tech non promettono niente di buono, vedi Microsoft e Google, -6% per entrambe le compagnie nell’afterhour. Un ulteriore indizio che mantiene ancora vive le speranze del mercato per un allentamento della stretta monetaria da parte della Fed, anche a seguito della debolezza dei dati macro Usa.

Alphabet, -26,5% di utili, non rispetta le aspettative sul fatturato: 69,09 miliardi di dollari contro i 70,58 miliardi attesi e un Eps di 1,06 dollari (previsioni: 1,25). Discorso simile vale per Microsoft, -14% di utili, il cui bilancio delude le sue previsioni conservative nonostante un fatturato leggermente migliore delle attese. E tra stasera e venerdì in arrivo i conti anche di Amazon, Meta ed Apple. I futures su Wall Street sono in rosso: -2% sul Nasdaq e -1% sullo S&P500. Tuttavia il mese di ottobre che va a chiudersi sarà positivo: è solo la terza volta negli ultimi dieci mesi.


Grf Ftse Mib by Borsa Italiana

Milano peggior piazza europea nonostante Unicredit

Intanto, come detto, sui mercati europei prevale la cautela. Piazza Affari perde lo 0,4% a 22.200 punti. Francoforte segna +0,2% a 13.089 punti mentre Parigi è piatta,  +0,01% a 6.251 punti, come Londra, a 7.015 punti. Lo spread rimane appena sopra i 220 punti base, con il rendimento del btp che segna un nuovo minimo dal 5 di ottobre al 4,4%. Situazione simile per il bund tedesco, che rende il 2,1%. Anche il t-note americano a 10 anni si è riportato sul supporto in area 4%.

Sul Ftse Mib il titolo migliore in apertura è Telecom: +2% ma nel corso della seduta decolla Unicredit, +2,5%, che vede per fine anno un utile superiore a 4,8 miliardi, ben al di sopra dei 4 miliardi indicati precedentemente. Per l’istituto si tratta del settimo trimestre consecutivo  di crescita record: esclusa la Russia, l’utile netto è di 1,3 miliardi, -9,9% sul trimestre precedente ma +31,1% su base annua.

“Lo slancio nei nostri risultati del 2022, la generazione organica di capitale al di sopra del piano e il continuo rafforzamento del nostro bilancio creano una solida base per una distribuzione degli utili almeno uguale a quella del 2021, in attesa delle dinamiche del quarto trimestre, dell’approvazione della vigilanza e degli azionisti”. Lo ha affermato il ceo di Unicredit, Andrea Orcel, intervenendo in conference call con le agenzie di stampa. Forti vendite su Campari, -2,4%, e su Stmicroelectronics, -1,6%. Crolla Tod’s, -16%: l’Opa promossa dalla famiglia Della Valle attraverso DeVa che non ha raggiunto la soglia del 90% del capitale sociale: l’offerta dunque non si perfezionerà.

Inflazione in Australia ai massimi dal 1990, euro di nuovo in parità

In agenda macro in mattinata da segnalare il tasso di inflazione annuale in Australia, salito al 7,3% (grafico sopra) nel terzo trimestre del 2022 dal 6,1% del secondo trimestre, al di sopra delle previsioni di mercato del 7,0%. Questa è stata la stampa più alta dal secondo trimestre del 1990, spinta dall’aumento dei prezzi per la costruzione di nuove abitazioni, carburante per autoveicoli e cibo.

Il dollaro australiano è ai massimi del mese in area 0,69 nel cambio con il dollaro americano, la cui discesa continua: siamo a 110,2 sul dollar index (-0,5%), anche in questo casi ai minimi dal 5 ottobre scorso dove sta andando a formarsi un triplo minimo di breve periodo. L’euro ha agguantato nuovamente la parità e risale dello 0,6% (grafico sotto) mentre la sterlina è al top da metà settembre a quota 1,1560 (+0,7%). Una debolezza, quella del dollaro, che restituisce linfa a metalli (oro +1%, argento +1,9%, rame +1,5%).

Gas di nuovo sopra i 100 euro

Guardando infine alle materie prime, c’è ancora forte volatilità sul gas europeo, di nuovo in area 100 euro per megawattora. Fino a metà novembre dovrebbe prevalere un clima prevalentemente caldo, e questo permette al prezzo di rimanere ben lontano dai valori di metà giugno (339 euro). Il rialzo è dovuto anche al nulla di fatto in Ue: i ministri dell’Energia non hanno raggiunto un accordo sul tetto del prezzo del gas. Il prossimo appuntamento è per il 24 novembre. I flussi di gas dalla Russia attraverso l’Ucraina sono rimasti stabili ma quelli attraverso il Nord Stream 1 sono rimasti a zero.

Scende sotto gli 85 dollari al barile infine il petrolio (grafico sotto) dopo il +1% della vigilia: un rapporto del settore indica un ampio aumento di scorte negli Usa mentre i timori di una recessione globale hanno continuato a gravare sul mercato. I dati deboli degli Usa di questa settimana spingono le preoccupazioni degli investitori per la prospettiva di un rallentamento economico globale.