L’ultimo rialzo dei tassi di 75 punti base. E poi l’atteso “pivot” da parte della Fed. L’idea ai mercati non dispiace. E se magari Jerome Powell dovesse anche solo accennare a una possibile inversione di rotta della propria politica monetaria, o quantomeno all’intenzione di allentare la stretta, potrebbe dare un grosso contributo per l’atteso e consueto rally di fine anno. A livello macroeconomico deludono i dati dell’indice Pmi manifatturiero in Europa: 46,4 a ottobre contro i 48,4 di settembre e il 46,6 stimato dagli analisti. Un calo consistente, mai così in basso da maggio 2020, quando si era in piena pandemia e lockdown. 

A Piazza Affari il focus è ancora su Tim, che prosegue il suo rimbalzo nell’attesa di un’Opa a seguito della nomina a sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica di Alessio Butti (Fratelli d’Italia), che aveva ipotizzato tale progetto nei mesi scorsi nell’ambito del Progetto Minerva (offerta pubblica di acquisto di Cdp e cessione degli asset retail).

Borse europee moderatamente positive

Dopo mezz’ora di scambi Piazza Affari sale dello 0,8% a 22.976 punti. Rialzo anche per Francoforte: +0,2% a 13.370 punti. Guadagna anche Parigi: +0,6% a 6.367 punti. Più moderato l’indice di Londra: +0,1% nel giorno in cui verrà pubblicato anche il Pmi dei servizi del Regno Unito mentre in Eurozona c’è attesa per il dato sulla disoccupazione. Tutti i mercati europei tendono a consolidare i massimi della seduta precedente e anche i futures di Wall Street viaggiano positivi (Nasdaq +0,5%). 

Anche lo spread si conferma in area 215 punti base dopo i minimi di fine ottobre a 200 grazie al rendimento dei btp scivolato sotto il 4%, ora al 4,3%. Un movimento simile è stato registrato sul bund tedesco, sceso sotto il 2% a fine mese e ora riposizionatosi sopra il 2%.


Grf Ftse Mib by Borsa Italiana

Vola Tim, occhio a Mps, Stellantis e Amplifon

Sul Ftse Mib dicevamo di Tim, che nella prima ora è il titolo migliore dell’indice, con tanto di gap up iniziale e 0,2170 (non ci arrivava dallo scorso mese di agosto), massimo intraday. Bene gli energetici con Saipem ed Eni che guadagnano l’1,6%, come Banco Bpm. Da monitorare tra i bancari Mps, che perde il 2,12% a 1,96 euro ad azione, nel secondo giorno dell’asta dei diritti inoptati dell’aumento: dovrebbero rimanere sui bilanci delle banche del consorzio di garanzia meno di 100 milioni di azioni. In asta l’istituto dovrebbe collocare almeno 70-80 milioni alleggerendo ulteriormente il fardello per il pool guidato da Mediobanca, BofA, Credit Suisse e Citi attraverso l’intervento di investitori istituzionali.

Occhio infine a Stellantis (+1%) in attesa del dato sulle immatricolazioni a mercati chiusi e protagonista del salvataggio di Cazoo Italia tramite la controllata AramisAuto, gruppo attivo nella vendita di auto online, quotato sull’Euronext di Parigi, con oltre 50 mila auto consegnate lo scorso anno per un fatturato di 1,3 miliardi di euro. Tra i titoli peggiori, il più venduto è Amplifon, -1%, dopo le revisioni al ribasso della crescita da parte della danese Demant, attiva nel settore degli apparecchi acustici.

Gas Ttf di nuovo a 120 euro, fino a metà novembre clima mite

Guardando alle materie prime, il gas europeo Ttf è di nuovo in area 120 euro per megawattora  (grafico sotto) ma non distante dai minimi sui 5 mesi toccati a ottobre. Il clima mite dovrebbe durare fino a metà novembre. I flussi elevati di gas naturale dagli Usa hanno contribuito al riempimento anticipato dei siti di stoccaggio. Le preoccupazioni tuttavia rimangono, perché con le temperature destinate a scendere la domanda tornerà ad aumentare, considerato che i flusso di gas russo attraverso il Nord Stream sono ancora a zero.

Poco mosso il petrolio, con il Wti quasi piatto (-0,02%) in area 88 dollari al barile. La domanda rimane solida, le scorte sono scese di 6,5 milioni di barili nell’ultima settimana secondo l’Amerian Petroleum Institute. Inoltre le autorità cinesi stanno pianificando di uscire da Covid Zero e questo può comportare la ripresa della domanda asiatica. Senza considerare il possibile allentamento delle stringenti politiche monetarie della Fed.

Il dollaro a sua volta conferma la frenata dell’occupazione negli Stati Uniti rimanendo sotto i 112 punti sul proprio indice, per un ribasso dello 0,2% (grafico sotto). Come detto, gli investitori stasera non guarderanno tanto al rialzo dei tassi della Fed, già scontato di 75 punti base, quanto sulla guidance di Powell dopo le recenti speculazioni secondo cui il ritmo degli aumenti dei tassi potrebbe rallentare da dicembre. Euro dollaro di nuovo sotto la parità a 0,99 (ma in rialzo dello 0,3%) e la sterlina a 1,15. (+0,2%).