Le forti vendite su Stm fanno da zavorra a Piazza Affari. Ciò nonostante l’indice milanese chiude positivo, sostenuto ancora una volta dal comparto bancario di nuovo brillante e da Wall Street, che accoglie positivamente il Pil trimestrale che cresce al di sotto delle aspettative (grafico sotto), segnale che l’economia sta rallentando e questo potrebbe contribuire all’interruzione del rialzo dei tassi da parte della Fed. A sostenere il Nasdaq, indice più in forma, c’è anche Meta, che grazie ai conti del primo trimestre parte con +13% in avvio.

Il Ftse Mib chiude con un guadagno pari al +0,2%, a 27.173 punti. Francoforte conclude gli scambi in parità a 15.795 punti mentre Parigi segna +0,2% a 7.484 punti. Da monitorare lo spread, di nuovo vicino ai 190 punti base, con il rendimento dei Btp, per ora non ancora sotto pressione nonostante gli avvertimenti di Moody’s e la sberla di Goldman Sachs, sul 4,3% e quello del Bund tedesco al 2,4%. 

Stm giù, Mps e le altre banche su

Il titolo migliore a Piazza Affari è Mps, che chiude con un brillante +4,3% seguito da Bper Banca, +4%, e Unicredit, +3,5% dopo l’annuncio che ritirerà gli At1 emessi nel 2017 e la celebrazione del Wall Street Journal nei confronti dell’operato di Andrea Orcel (qui l’articolo integrale). Rimbalza anche Tim, +2,13%, aspettando il cda della prossima settimana. In generale il risiko bancario tiene sempre banco. Ma gli investitori hanno ripreso a comprare i titoli del settore anche perché il loro prezzo è sceso anche di 10 punti percentuali nelle ultime due sedute.

Oltre a StMicroelectronics, che ha chiuso con un rosso pari a -8,7% non tanto per i conti del primo trimestre 2023, ben oltre le attese (è migliorata anche la guidance per il 2023) quanto per il calo sempre più marcato dei prezzi dei chip e del bilancio estremamente negativo di Samsung, vendite anche sugli energetici: Tenaris, -3,5%, Eni, -1,9%, e Saipem, -1%.


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