Primo responso in arrivo da parte del Cda odierno di Tim nei confronti della proposta Cdp-Macquarie. E’ il titolo delle tlc ad avere i riflettori puntati maggiormente in apertura di borsa a Piazza Affari, che parte in rosso per poi avvicinarsi subito alla parità, all’indomani del meeting della Bce che non dovrebbe distaccarsi dai ripetuti annunci di queste ultime settimane di un nuovo rialzo dei tassi di 50 punti base. Le vicende della Svb potrebbero impattare sulle scelte della Fedma non dell’Eurotower, con Christine Lagarde che in conferenza stampa impegnata a rassicurare investitori e analisti sulla tenuta del sistema bancario europeo.

Dunque partenza negativa per il Ftse Mib: -0,5% a 26.649 punti ma dopo 15′ di contrattazioni si riavvicina allo zero anche grazie agli acquisti su Tim (+1,3%). Francoforte limita le perdite con -0,3% a 15.176 punti mentre Parigi si muove con un -0,5% a 7.104 punti. Spread sostanzialmente fermo a 185 punti base nella preapertura. Con i rendimenti di Btp e Bund in lieve rialzo: +4,3% per il decennale italiano, +2,4% per quello tedesco.


Grf Ftse Mib by Borsa Italiana

Non solo Tim: Erg parte forte dopo i conti

Focus sui conti per quanto riguarda l’indice milanese. Erg parte come titolo migliore: +2,3% con l’utile netto raddoppiato: 383 milioni di euro (174 milioni nel 2021).  In aumento anche il dividendo a 1 euro ad azione (0,90 nel 2021). L’Ad Paolo Merli si è  dichiarato soddisfatto per i risultati del 2022, con l’obiettivo di diventare protagonisti nella transizione energetica nell’anno appena iniziato. Occhio anche ai cda sui conti 2022 di Enav (-0,8% in avvio), Brunello Cucinelli (+1,2%) e Saras (-0,1%).

Terna (+0,2%) presenterà il piano di sviluppo 2023 in presenza dell’ad Stefano Donnarumma. Da seguire anche Juventus (-0,1%), dopo che l’Uefa ha richiesto informazioni addizionali alle autorità giudiziarie italiane a seguito dei recenti sviluppi investigativi dell’inchiesta sui conti del club. Tra i più venduti in apertura Tenaris, -2,4%, Cnh, -1,9% e Fineco -1,1%.

Agenda macro ricca di appuntamenti. La produzione industriale cinese cresce sotto le attese: +2,4% a febbraio contro il +2,6% del consenso ma è comunque raddoppiato rispetto al +1,3% di gennaio. A sorpresa l’inflazione in Francia torna a crescere: +6,3% a febbraio, più del 6,2% atteso e del 6% di gennaio. In tarda mattinata in arrivo la stessa voce anche per l’Eurozona, mentre nel pomeriggio gli Stati Uniti si preparano al nuovo dato dell’indice dei prezzi alla produzione, le vendite al dettaglio e le scorte di greggio.

Materie prime: petrolio e gas

E a proposito di petrolio, il Wti rimbalza sopra i 72 dollari al barile (+1,2%, grafico sotto) dopo aver toccato i minimi degli ultimi tre mesi. L’Opec ha alzato le previsioni sulla crescita della domanda di greggio cinese nel 2023 alla luce dell’uscita del Paese dalla politica dello zero-Covid. Tuttavia, il gruppo di produttori ed esportatori ha lasciato invariate le sue previsioni sulla domanda globale, citando potenziali rischi di ribasso per la crescita.

Sul fronte dell’offerta, il ministro dell’energia dell’Arabia Saudita, il principe Abdulaziz bin Salman, ha dichiarato che l’Opec+ si atterrà ai tagli alla produzione concordati a ottobre fino alla fine dell’anno. Il gas europeo si mantiene ben al di sotto dei 50 euro al megawattora, con il prezzo più o meno stabile.

Valute: dollaro poco mosso, sale l’attesa per la Fed

L’indice del dollaro si muove intorno a 103,7 (+0,1%), attestandosi sui livelli più bassi dell’ultimo mese. Come detto gli investitori hanno rivalutato le prospettive della politica monetaria della Federal Reserve alla luce delle recenti turbolenze nel settore bancario statunitense e dell’ultimo rapporto sull’inflazione degli Stati Uniti. Il crollo della Silicon Valley Bank e della Signature Bank ha alimentato le speculazioni secondo cui la Fed potrebbe mettere in pausa la sua campagna di inasprimento per evitare ulteriori rischi al sistema finanziario. I nuovi dati hanno anche mostrato che il tasso di inflazione annuale negli Stati Uniti è rallentato ulteriormente al 6% a febbraio, il più basso da settembre 2021, in linea con le aspettative.

I mercati monetari valutano ora una probabilità dell’80% di un aumento dei tassi di 25 punti base da parte della Fed la prossima settimana, inferiore al mezzo punto percentuale di aumento previsto una settimana fa.