Il mese di settembre si chiude con un tentativo di rimbalzo da parte dei mercati europei con il Ftse Mib davanti a tutti: +1,2% a 20.615 punti, dopo il tonfo di giovedì che ha portato Piazza Affari fin sotto i 20.185 punti con oltre tre punti percentuali di ribassi. Bene anche il tasso di disoccupazione in Italia, in calo al 7,8% rispetto al 7,9% atteso per il mese di agosto. La seduta della vigilia è stato un concentrato di fattori negativi che non ha risparmiato neanche Wall Street, penalizzata dai buoni dati sulla disoccupazione negli Stati Uniti che spingerà inevitabilmente la Fed a nuovi energici rialzi dei tassi.


Grf Ftse Mib by Borsa Italiana

In aggiunta, l’Europa ha sofferto i massimi storici di inflazione alla produzione in Italia: +40%, e di inflazione in Germania: +10%, senza dimenticare l’aumento delle tensioni tra Russia e Usa per il guasto del Nord Stream 2 e gli effetti durati meno del previsto da parte del boost della Bank of England, che sta cercando di frenare il crollo della sterlina con un massiccio acquisto dei titoli di stato inglesi.

Anche il resto del vecchio continente avvia gli scambi positivamente: Dax +1,15% a 12.114 punti, Parigi +1,12% a 5.714 punti e Madrid +1,1% a 7.380 punti. Lo spread scende a 240 punti base complice il calo del rendimento del decennale italiano e tedesco: 2,1% il bund, 4,5% il btp.

Prysmian è il titolo più comprato, +3%. Segue Banca Generali, +2,6%, e Tenaris, +2,5%. Acquisti anche su Tim, +2,3%, e occhio ad Atlantia, dopo il via libera della Banca di Spagna a Schema Alfa, veicolo della famiglia Benetton e di Blackstone, per l’acquisto di una partecipazione indiretta qualificata in Bip & Drive E.D.E.

Nonostante il rimbalzo, il vecchio continente si avvia a chiudere il terzo trimestre consecutivo in rosso, come non accadeva dal 2011. La piazza che ha registrato meno perdite è il Ftse Mib, attorno al 2%, meglio di Wall Street e del resto dell’Europa, Regno Unito compreso.

Gas, la Germania fa da sola ma siti di stoccaggio Ue quasi pieni

Sul fronte delle materie prime, il gas resta il nodo cruciale anche per gli equilibri europei. La Germania ha lanciato un proprio scudo per il prezzo del metano a livello nazionale in maniera autonoma, sorprendendo un po’ tutta l’Unione Europea, Italia in primis. Il Ttf è sulla buona strada per concludere il mese al ribasso del 15% in area 200 euro per megawattora (grafico sotto). Le strutture di stoccaggio sono sostanzialmente piene grazie anche alle importazioni di Gnl dagli Stati Uniti. Il gas proveniente dalla Russia rappresenta il 9% rispetto al 40% prima della guerra in Ucraina.

Si chiude un trimestre negativo (per la prima volta dal 2020) anche per il Wti, scambiato vicino agli 81 dollari al barile. L’inasprimento delle politiche monetarie ha suscitato preoccupazioni per una recessione globale, e quindi per una domanda di energia più debole. Nel frattempo, gli investitori guardano avanti a una riunione dell’Opec+ il 5 ottobre, poiché i prezzi del petrolio più deboli hanno dato origine a speculazioni secondo cui il cartello potrebbe annunciare un altro taglio dell’offerta, con la Russia che avrebbe fatto pressioni sul gruppo per ridurre la produzione di circa 1 milione di barili al giorno.

Prese di beneficio sul dollaro, sterlina in ripresa

Sul fronte delle valute, continua lo scarico (lieve) di posizioni per quanto riguarda il dollaro, ora a 112 sul dollar index dopo i massimi raggiunti nei giorni scorsi fino a quota 114,8. Ne approfitta l’euro, alla terza seduta positiva consecutiva, pur rimanendo ben al di sotto della parità a 0,9838 (+0,3%), e la sterlina, che dal minimo storico di 1,03 è risalita a 1,12 (+0,7%, grafico sotto). Il lieve calo del dollaro si riflette anche sul prezzo dei metalli preziosi, con l’oro che si riaffaccia appena sotto il livello psicologico di 1.680 dollari l’oncia.