Mese nuovo, stessa direzione per i mercati finanziari. Ottobre rosso in apertura, allineato con settembre, il mese dei record negativi (il peggiore da marzo 2020 per Wall Street) e che ha chiuso il terzo trimestre con la rottura al ribasso dei minimi dell’anno per Dow Jones e S&p500. Rally del petrolio, in aumento di oltre quattro punti percentuali: trapela la possibilità di un maxi taglio alla produzione del greggio, il più imponente dai tempi del Covid, secondo fonti vicine all’Opec+.

Piazza Affari perde lo 0,9% a 20.462 punti e consolida i minimi dell’ultima ottava. Più pesante Francoforte, -1,3% a 11.954 punti. Parigi è l’indice peggiore: -1,5% a 5.678 punti mentre Madrid cede lo 0,5% a 7.327 punti. Lo spread tocca quota 243 punti base, sostanzialmente stabile, con il rendimento dei btp fermo al 4,5% nei valori della scorsa settimana, mentre il bund tedesco rende il 2,1%. In lieve calo anche il treasury Usa, in area 3,7%.

Piazza Affari: volano i petroliferi, prese di beneficio su Banca Generali

Ovviamente il miglior settore a Milano è quello energetico: Tenaris guadagna il 5,5% e accarezza la resistenza di 14 euro ad azione, Saipem sale del 3,5%, Eni del 2%, tutti e tre sostenuti dalla performance del petrolio. Pesante Banca Generali che perde il 5,8% ma si tratta di prese di beneficio dopo il +19% di venerdì, sui rumors di una possibile acquisizione da parte di Mediobanca. Giù anche Interpump e Nexi, -3,2% per entrambi.

Pmi manifatturiero, Italia unica in crescita

L’agenda macro vede in primo piano l’indice Pmi del settore manifatturiero europeo, che si muove ancora in contrazione. L’unico dato positivo riguarda l’Italia: 48,3 è il punteggio per il mese di settembre, sopra il 47,5 stimato dal mercato e il 48 rilevato ad agosto. Si tratta del primo rialzo degli ultimi dieci mesi come si può osservare in questo grafico Trading Economics. Negativi tutte le altre pubblicazioni, compresa la media dell’Eurozona: 48,4, a fronte del 48,5 previsto e il 49,6 precedente.

Dati che  non impediscono all’euro di rosicchiare qualcosa al dollaro: +0,2% a 0,9815, non distante comunque dai minimi degli ultimi vent’anni. Il biglietto verde si muove in area 112, ai massimi da giugno 2002, e lascia per strada -0,3% anche nel cambio con la sterlina. Si tratta anche di piccole vendite dopo che la settimana scorsa i numeri sull’occupazione Usa hanno confermato una certa solidità, dando di fatto il via libera alla Fed di proseguire con nuovi rialzi dei tassi.

Opec+, in arrivo il taglio alla produzione più imponente dal Covid

Si diceva del petrolio: il Wti è risalito a ridosso degli 83 dollari al barile, in rialzo del 4,1% mentre il Brent è a quota 88 $, in aumento del 3,9%. Il 5 ottobre si terrà l’incontro dei vertici dell’Opec+, che sta valutando la possibilità di tagliare la produzione di oltre un milione di barili al giorno per arrestare il calo dei prezzi. Il greggio è sceso del 35% negli ultimi sette mesi sui timori di una recessione globale, un calo della domanda e a fronte delle politiche restrittive della Banca centrale americana. Una mossa, quella dell’Opec+, che potrebbe aumentare la tensione tra paesi produttori e Stati Uniti, ma anche altri importanti consumatori.

Gas in calo, ma l’inverno si avvicina

Il gas europeo scende del 6%, sotto i 180 euro per megawattora. I siti di stoccaggio dei paesi europei sono ormai pieni e la dipendenza dalla Russia è scesa dal 40% al 9%. Tuttavia la situazione può peggiorare con l’avvicinarsi della stagione invernale. La Germania non riceve più gas da Mosca da inizio settembre attraverso il gasdotto Nord Stream 1, mentre non è ancora chiaro se la fornitura da Nord Stream 2 riprenderà.