I timori per la recessione continuano a caratterizzare il mercato. Che compra il dollaro, e basta, mentre i dati macroeconomici provenienti da Cina e Germania non fanno che alimentare tale preoccupazione. Pechino rallenta anche sull’export: +7,1% ad agosto (grafico Trading Economics sotto), ben al di sotto del 12,8% atteso e del 18% del mese precedente. Si tratta del dato più basso da aprile. La domanda estera è diminuita a causa dell’aumento dell’inflazione. Inoltre, l’interruzione della produzione delle fabbriche per i nuovi lockdown hanno ridotto la domanda.

Giù anche la produzione industriale in Germania: -0,3% su base mensile a luglio (grafico Trading Economics sotto) dopo il +0,8% di giugno. Il dato non si discosta tanto dalle previsioni (-0,5%), è il peggiore delle ultime 4 rilevazioni e fotografa una sofferenza ancora forte causa l’estrema carenza di prodotti intermedi, complice l’interruzione delle catene di approvvigionamento a causa della guerra e le distorsioni causate dalla crisi del Covid-19. E conferma il periodo di grossa crisi per l’economia tedesca, destinata, secondo le previsioni a essere una delle prime in Europa a entrare in recessione, complice la forte dipendenza dal gas russo.

Piazza Affari negativa, spread a 233 punti base

Dopo la prima mezz’ora di scambi Piazza Affari cede lo 0,6% a 21.341 punti, mantenendosi sui minimi delle ultime cinque sedute. Francoforte perde lo 0,7% a 12.782 punti, Parigi lascia per strada lo 0,5% a 6.070 punti mentre per Madrid le vendite si attestano a -0,2%, a 7.820 punti. Lo spread consolida i 233 punti base, con il btp sempre poco sotto il 4% di rendimento. Soltanto tre le blue chip sopra la parità: Prysmian è il titolo migliore, +0,8%, seguito da Ferrari, +0,16% in scia alla notizia della quotazione di Porsche, ed Exor, appena sopra lo zero. Forti vendite su Tim, -2,4%. In perdita anche Amplifon, -1,9%, e Tenaris, -1,8%.


Grf Ftse Mib by Borsa Italiana

Bce, conto alla rovescia

Si avvicina intanto il meeting della Bce, in programma giovedì, giorno in cui Christine Lagarde terrà la consueta conferenza stampa. Secondo Franck Dixmier, global Cio fixed income di Allianz Global Investors, dato il livello di inflazione e le incertezze sulla sua evoluzione, dal punto di vista della Bce è meno rischioso agire in modo deciso piuttosto che restare fermi aspettando il corso degli eventi e questo porterà a un rialzo di 75 punti base. Per Kostantin Veit, portfolio manager european rate di Pimco, l’aumento sarà dello 0,5% e seguiranno rialzi uguali anche a ottobre e novembre, con una transizione di 25 punti base per l’anno prossimo quando il ciclo di rialzi passerà dalla normalizzazione all’inasprimento della politica.

Sul fronte delle materie prime, il Wti scende sotto gli 86 dollari al barile e aggiorna i minimi dell’anno. L’equazione è sempre la stessa: indebolimento della domanda dell’Occidente a causa della recessione e della Cina a causa dei lockdown, aggressività monetaria di tutte le principali banche centrali (nella notte anche la banca centrale cilena ha aumentato i tassi) e conseguente aumento dei rendimenti del treasury americano. Inoltre gli investitori hanno scontato il taglio della produzione di 100.000 barili al giorno da ottobre stabilito dall’Opec come un intervento meno “aggressivo” delle aspettative, in attesa che si sblocchi l’accordo sul nucleare con l’Iran pronto ad aumentare l’offerta.

Gas naturale sotto gli 8 dollari, record negativo in 4 settimane

Il prezzo del gas europeo si muove poco sotto i 230 euro per megawattora, in calo del 5% circa. La situazione non cambia: la Russia ha chiuso i rubinetti del gasdotto Nord Stream 1 finché non verranno rimosse le sanzioni, segnale evidentemente che a qualcosa servono e che la paura, finora non espressa a pieno dai mercati (che attraversano un periodo di bear market), inizia a manifestarsi anche a Mosca. Intanto l’Europa si prepara al meeting tra ministri delle Finanze per discutere la questione del price gap, da applicare esclusivamente sul metano russo, e aumenta le importazioni di natural gas americano, il cui prezzo però scende dell’1,8% a 8 dollari per Mmbtu (grafico Trading Economics sotto), ai minimi delle ultime 4 settimane a causa delle previsioni ribassiste per le prossime settimane e perché le forniture interne continuano aggiornare i propri record.

Dollaro oltre i 110, economia Usa in salute

E con il mercato azionario in perdita, inevitabilmente il dollaro continua a guadagnare terreno, probabilmente l’unico asset su cui gli investitori stanno puntando in questo periodo. Il dollar index ha superato i 110 punti (grafico Trading Economics sotto), rimanendo al top dal 2002. Oltre a una Fed ancora hawkish, a contribuire alla forza del dollaro ci sono i dati macro americani, che descrivono un’economia Usa ancora in salute, ultimo l’Ism manifatturiero cresciuto a 56,9 ad agosto rispetto al 56,7 precedente e oltre il 55,1 previsto dal mercato. Dati che allontanano le prospettive di recessione, nonostante Powell abbia dichiarato di essere disposto a tutto per frenare l’inflazione. L’euro ancora sotto la parità a 0,9921 sta agevolando il Made in Italy secondo Integrae Sim, con l’export in forte aumento (+22,1%) rispetto all’anno scorso.

La forza del dollaro mette ko il bitcoin. All’indomani dell’ultimo aggiornamento di Ethereum per l’operazione “merge”, la principale cripto ha toccato i minimi di 18.549 dollari, il punto più basso da giugno, oltre il quale si va verso il record negativo toccato durante il periodo della pandemia.