Avvio senza direzione per le borse europee. Piatta Piazza Affari, piatti gli altri listini in una giornata povera di indicazioni macro ma con la situazione in Cina ad attirare l’attenzione degli investitori. Dall’8 gennaio, come anticipato, il Paese riaprirà i confini dopo tre anni di totale chiusura dal mondo e non sarà richiesta la quarantena per i viaggiatori in arrivo. Va ricordato che la Cina, prima del Covid, era il primo mercato turistico in uscita nel mondo: 127,5 miliardi di dollari in viaggi nel 2019.

Spiega Gloria Grigolon, investment specialist di Pictet Am: “Stiamo parlando della popolazione più numerosa al mondo, più di un 1,4 miliardi di persone. E il fatto di essere rimasti bloccati nel proprio paese per 3 anni ha fatto sì che adesso hanno a disposizione abbondante liquidità. Ci vorrà del tempo per tornare alla normalità, ma si attende un boom di prenotazioni, e anche le compagnie aree stanno elaborando piani per ampliare i loro servizi”. Ampliarli, ma anche renderli più sicuri, come sta facendo l’aeroporto di Malpensa in queste ore, che “suggerisce” il tampone per gli arrivi dalla Cina, dove i contagi sono ancora molto alti.

Borse immobili ma occhio ai rendimenti dei titoli di stato

Tornando ai mercati, tutte le principali piazze si muovono attorno allo zero: Milano -0,02% dopo mezz’ora di scambi, a 23.852 punti. Francoforte -0,07% a 13.985 punti, Parigi +0,04% con il comparto del lusso protagonista, durante la seduta della vigilia, di un vero e proprio rally sempre dovuto alla riapertura della Cina, primo consumatore del settore. E infatti Lvmh arriva dal +2,4% della sessione precedente nel Cac 40, mentre Moncler è risalita del 3% (oggi ha già aggiornato i massimi dal 15 dicembre scorso e sempre più vicino ai 50 euro per azione).

Da tenere d’occhio i rendimenti, più che lo spread, che rimane attorno a quota 210 punti base. Il bund tedesco si muove sul 2,5%, record degli ultimi due mesi, proprio come il Btp in area 4,6%. Italia e Germania sono attese a un periodo di recessione economica per il 2023, lo ha detto in questi giorni il Fondo Monetario Internazionale. Pesa anche la stretta monetaria annunciata dalla Bce, che al contrario della Fed non allenterà la propria posizione da falco nel 2023.

Chi sale e chi scende a Piazza Affari

Guardando a Piazza Affari, parte bene Inwit (+0,8%) per poi dimezzare i propri guadagni. Dopo un’ora di scambi il titolo più comprato è Amplifon, +0,9%, seguito da Interpump (+0,7%) e l’accoppiata Diasorin-Campari (+0,5%). Le vendite maggiori su Hera (-1,1%) che si appoggia sul supporto in area 2,5 euro ad azione, e Cnh Industrial (-1%), in questo caso prese di beneficio dopo il +1,5% legato alla riapertura cinese visti i rapporti commerciali con il paese asiatico.

Tra le altre storie di borsa, secondo il Messaggero, Unicredit, Banco Bpm e Unipol non hanno manifestato interesse per potenziali investimenti in Mps dopo esser stati sollecitati dal Tesoro. Eligo debutta su Euronext Growth Milan, mentre Beviene revocata dal segmento Star.

La Cina riapre ma il prezzo del petrolio è in calo

Sul fronte delle materie prime, il petrolio arretra sotto i 79 dollari al barile (grafico sotto) dopo aver toccato il massimo delle ultime tre settimane a 81 $ nella sessione precedente. Se da una parte il clima in Cina si fa più positivo per la domanda (ma occhio al numero di contagi, dato che Pechino ha sospeso le comunicazioni quotidiani inerenti alle oscillazioni delle infezioni) dall’altra gli investitori soppesano il divieto russo delle esportazioni di greggio agli acquirenti stranieri che adottano il price gap del G7 tra febbraio e luglio 2023. Inoltre, negli Stati Uniti le temperature gelide hanno imposto alla raffinerie del Texas lo stop alla produzione almeno per una settimana.

Scende ancora il prezzo del gas europeo, -3% attestandosi a 83 euro per megawattora (grafico sotto) nell’ultima settimana dell’anno, sfiorando il livello più basso da febbraio e facendo seguito a un calo del 28% nella settimana precedente. Clima mite, ampie forniture e, anche se in maniera minore, il recente accordo Ue per il price gap: questo il motivo per cui i prezzi del Ttf oggi sono inferiori di oltre il 75% rispetto ai livelli record di quasi 350 euro raggiunti ad agosto.