Che la crisi bancaria non sia riconducibile a quella del 2008 è dimostrato anche dal fatto che i mercati sembra abbiano già messo in archivio quanto accaduto. E i timori maggiori tornano a essere rivolti all’inflazione alta, anche se prevale la speranza di un allentamento delle politiche monetarie restrittive da parte delle banche centrali.

Alle 14 è atteso il tasso di crescita dei prezzi al consumo in Germania. Il +9,3% di febbraio dovrebbe scendere a quota +7,9% a marzo. Sarebbe un rallentamento rilevante, seppur ancora quattro volte più alta rispetto all’obiettivo della Bce attorno al 2%. Intanto Isabel Schnabel ha ribadito in un incontro a Washington che il settore bancario si conferma resiliente e che non c’è stato alcun deflusso dei depositi.

Piazza Affari è positiva per la quarta seduta di fila e supera la resistenza dei 26.850 punti, che corrisponde alla media mobile a 50 periodi, con un gap up di quasi 150 punti. In avvio +0,6% sopra quota 26.900 per il Ftse Mib, che poi rallenta. Stesso discorso per Francoforte, +0,6% a 15.429 punti: il Dax si riposiziona sui massimi del 13 marzo, seduta che si concluse con oltre il 3% di perdita, in piena crisi del settore bancario. Parigi si muove con un guadagno del +0,7% a 7.2239 punti. Spread contenuto al di sotto dei 185 punti base, complice il rendimento del Btp che scende sotto il 4,1% mentre il Bund tedesco resta ancorato al 2,2%.


Grf Ftse Mib by Borsa Italiana

Come hanno chiuso l’Asia e Wall Street

Potrebbe essere la seduta dove prevale maggiore prudenza rispetto agli altri giorni della settimana. Le borse asiatiche hanno chiuso contrastate, Tokyo leggermente positiva come Hong Kong, Shanghai debole in scia alle nuove tensioni geopolitiche, con le minacce di ritorsioni da parte di Pechino nei confronti di Taiwan, nel caso in cui il presidente Tsai Ing-wen dovesse incontrare il presidente della Camera Usa Kevin McCarthy durante la sua visita negli Stati Uniti.

Al contrario, Wall Street ha chiuso ieri sera in forte rialzo. Perché è quasi certo che la Fed sospenderà il rialzo dei tassi almeno per quanto riguarda il mese di maggio. Tassi che negli Usa dovrebbero attestarsi attorno al 4,3% entro la fine dell’anno. Se così fosse sarebbero 70 punti base in meno circa rispetto al livello attuale (grafico sotto). Notizia che avvantaggia il Nasdaq, ieri +1,7% e +20% rispetto ai minimi di dicembre, con l’S&P500 a +1,4%, e in generale l’indice tecnologico.

Poste Italiane, ecco le previsioni 2023

Tornando a Piazza Affari, Tenaris è il più venduto nei primi minuti di contrattazioni, -1,1%, mentre Stm, assieme alle banche, conferma il buon momento grazie alla tonicità dei tecnologici con un +1,3%. Riflettori puntati su Poste Italiane, in avvio supera i massimi del 15 marzo scorso per poi rientrare sotto i 9,5 euro per azioni (-0,1%), dopo aver reso noto il bilancio 2022 e l’outlook per il 2023, dove il risultato operativo, come obiettivo, è pari a 2,5 miliardi di euro. Utile netto visto a 1,7 miliardi di euro, superiore agli 1,5 miliardi del 2022. Obiettivo per azione rivisto anch’esso al rialzo: 0,71 euro (+9% su base annua).

“Poste Italiane ha registrato risultati solidi con un risultato operativo del 2022 a livelli record, più che raddoppiato rispetto al 2017 – ha commentato l’ad Matteo Del Fante – Tutti i settori hanno contribuito al trend di crescita della redditività operativa sottostante, confermando ancora una volta solide basi per la crescita futura. Il nostro programma di trasformazione, fondato su “Deliver22″, il nostro primo Piano Strategico, è stato ora attuato pienamente con tutti i principali target raggiunti”.

Storie di borsa: Tim, Unicredit, Iveco

Da tenere d’occhio Tim, perché sale la tensione sulla vendita degli asset di rete dell’operatore telefonico. Vivendi ribadisce che l’infrastruttura va scorporata solo se valorizzata correttamente e potrebbero dare battaglia in assise. La soluzione insomma resta lontana (-1% in avvio) nonostante il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini si sia schierato “personalmente” dalla parte di Cdp, che con Macquarie ha presentato una proposta di acquisto della rete a contenuto prevalentemente industriale.

Partenza con un +0,3% per Iveco Group, che ha firmato una lettera d’intenti con Hedin Mobility Group per il trasferimento delle attività di distribuzione e vendita al dettaglio in Scandinavia, transazione che dovrebbe completarsi entro la fine del 2023. Cresce l’attesa infine per Unicredit (+0,8%) e l’assemblea di venerdì 31, dove i soci potrebbero dire sì al maxi compenso del ceo Andrea Orcel: si prevede una maggioranza tra il 60% e il 70% per l’aumento della remunerazione fino a 9,75 milioni di euro.

Petrolio, giù le scorte: settimana di rialzi

Il prezzo del petrolio si riposiziona a 73 dollari al barile dopo il dato delle scorte di greggio Usa sono inaspettatamente diminuite di 7,5 milioni di barili la scorsa settimana. Il benchmark petrolifero statunitense rimane in rialzo di circa il 5% questa settimana. Gli investitori rimangono ottimisti sulla ripresa della Cina, con PetroChina e Cnooc Ltd. che affermano che la ripresa dell’economia nazionale può contribuire ad attutire l’impatto del rallentamento della crescita globale. Dollaro poco mosso e oscilla attorno a quota 102,6, lo stesso vale per euro dollaro a 1,0840.