I mercati sembrano volersi lasciare definitivamente alle spalle la crisi delle banche nonostante Wall Street abbia chiuso negativa l’ultima sessione (S&P500 -0,1%, Nasdaq -0,4% con i 7.000 licenziamenti di Disney, -0,8%). Proseguono in questo senso le rassicurazioni delle istituzioni. L’ultimo a parlare è stato il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis, nel corso di un seminario organizzato da Generali: “Il settore bancario dell’Unione Europea è stabile e preparato a resistere agli shock”.

Settore che potrebbe però essere ancora sotto pressione a causa dello scandalo Cum-Ex sui dividendi, per gli analisti la maggior inchiesta penale del settore finanziario tra Germania e Francia. Le autorità transalpine hanno perquisito le sedi di Bnp Paribas, Société Générale e Hsbc, che ora rischiano multe fino a un miliardo. Avrebbero aiutato i clienti a ottenere indebiti rimborsi fiscali sulle cedole. Sistemi simili sarebbero stati adottati anche in Italia e altri Paesi europei, causando un danno di 55 miliardi alle casse pubbliche.


Grf Ftse Mib by Borsa Italiana

Piazza Affari parte bene, spread sotto i 185 punti base

Piazza Affari avvia gli scambi per la terza seduta consecutiva in rialzo, aggiornando i massimi per la quarta volta di fila: +0,7% a 26.534 punti. La direzione sembra ormai essere la resistenza fissata a 26.800 punti che coincide con la media mobile a 50 periodi. Francoforte sale dello 0,6% a 15.246 punti mentre Parigi guadagna lo 0,7% a 7.140 punti. Spread sotto i 185 punti base, con il Btp che rende il 4,2%, mentre sale ancora il Bund tedesco, che oscilla sopra il 2,3%.

Bene anche lo Smi di Zurigo: +0,4% nel giorno in cui Ubs ha annunciato la nomina di Sergio Ermotti nuovo ceo a partire dal 5 aprile, succedendo all’olandese Ralph Hamers, che rimarrà comunque in seno alla compagnia come consulente (qui il nostro reel su Ermotti).

Anche l’Asia si muove bene: Tokyo +1,3%, Hong Kong +1,7%, trainata dalla cinese Alibaba (+13,4%) in seguito al piano di ristrutturazione annunciato dal gruppo fondato da Jack Ma che prevede la divisione delle sue attività in sei differenti unità di business quotabili. Un’euforia che ha coinvolto anche gli altri titoli tecnologici come, Tencent, JD.com e Baidu.

Ftse Mib, focus banche ma non solo: chi sale e chi scende

Stm è il titolo migliore in avvio, con un guadagno superiore al +4%. Segue Prysmian +1,2% e Moncler +1,1%. Prese di beneficio su Leonardo, -0,9%.

Da seguire infine le utility, nel giorno in cui è stato approvato il decreto bollette dal governo, per un ammontare complessivo di risorse stanziate nel provvedimento pari a 4,9 miliardi di euro. Sono attesi tra gli altri i conti di Buzzi Unicem e Technogym.

Storie di borsa: Tim, Inwit, Unicredit

Tornando a Piazza Affari, occhi puntati su Tim (+0,3%): il fondo statunitense Kkr e la cordata composta da Cdp e Macquarie, due contendenti per la rete fissa, stanno studiando miglioramenti alle loro proposte iniziali dopo aver ricevuto informazioni aggiuntive da parte dell’ex monopolista riguardanti Netco, la divisione in cui confluiranno la rete di accesso e Sparkle. La cordata Cdp-Macquarie aveva messo sul piatto 18 miliardi di euro, mentre l’offerta iniziale di Kkr arrivava fino a 20 miliardi di euro, compresi 2 miliardi di earn-out (qui il nostro focus).

Da monitorare Inwit, sui massimi storici a 12 euro per azione, dopo che Fitch ha confermato il rating di default dell’emittente a lungo termine in valuta estera di Infrastrutture Wireless Italiane a BBB-, con prospettive stabili, citando la sua forte redditività grazie all’elevato tasso di collocazione e alle minori spese di locazione. Fitch si aspetta che Inwit sostenga la sua forte posizione di mercato attraverso la costruzione attiva di nuove torri, con l’obiettivo di lanciare circa 1.100 nuovi siti macro tra il 2024 e il 2026.

Attenzione anche a Unicredit (+0,4%), che ha ricevuto l’autorizzazione della Bce al programma di buyback per un importo massimo di 3,34 miliardi di euro, all’indomani della proposta di legge presentata alla Camera da parte di Fratelli d’Italia che vuole riformare le banche, con l’idea di separare l’attività commerciale da quella d’investimento.

Agenda macro, Germania: Gfk conferma l’indice Ifo

Guardando all’agenda macro, il clima dei consumatori tedeschi migliorerà ad aprile (grafico sopra), con l’indicatore Gfka -29,5 punti rispetto al -30,6 rivisto del mese precedente. Gli analisti si aspettavano che il dato si attestasse a -29,2 punti. Resta comunque ancora un punteggio estremamente negativo. Tuttavia l’indicatore delle aspettative di reddito prosegue la sua ripresa a marzo, mentre la propensione all’acquisto è rimasta quasi invariata, ma le aspettative economiche sono scese, dopo quattro aumenti di fila.

Anche l’indice della fiducia dei consumatori francesi esprime ancora pessimismo: 81 il punteggio a marzo, in linea con le attese, in peggioramento rispetto a febbraio (82). In questo senso rallenta euro dollaro, dopo aver raggiunto 1,0840. In mattinata è atteso il tasso mensile di disoccupazione in Italia.

Petrolio, cosa succede in Turchia, Arabia Saudita, Russia e Cina

Il prezzo del petrolio si avvicina al rialzo ai 74 dollari al barile, terza crescita consecutiva dopo la pubblicazione delle scorte dell’American Petroleum Institute, inaspettatamente diminuite di 6,1 milioni di barili (grafico sotto) la scorsa settimana a fronte di un consensus di un aumento di 180.000 barili, complici i 400.000 barili al giorno di esportazioni bloccate dalle autorità curde al porto di Ceyhan in Turchia.

L’Arabia Saudita, leader de facto dell’Opec, ha dichiarato che il cartello petrolifero dovrebbe mantenere le forniture costanti per il 2023, mentre si trova a gestire una fragile ripresa della domanda globale di petrolio, recentemente offuscata dalle turbolenze del settore bancario.

Nel frattempo, il vice primo ministro russo Alexander Novak ha detto che il Paese dovrebbe aumentare le esportazioni verso i Paesi “amici”, notando che le forniture all’India sono balzate a livelli mai visti in oltre due decenni. Anche le importazioni di greggio della Cina dovrebbero aumentare del 6,2% nel 2023, raggiungendo i 540 milioni di tonnellate, secondo le previsioni annuali di un’unità di ricerca della China National Petroleum Corp.