Fino al tre settembre l’Europa non riceverà gas dal gasdotto Nord Stream 1. Lo stop annunciato da Gazprom parte oggi e il prezzo torna a salire, dopo il forte calo che dai massimi a 346 euro per megawattora ha fatto scendere il valore del metano fino a sotto area 250 €. Nella seduta odierna il Ttf cresce del 9,2% e si riposizione a quota 276 euro, complice la riduzione delle esportazioni stabilita anche dalla Norvegia, tra manutenzioni pianificate e non pianificate di 13 giacimenti per tutto il mese di settembre.

Attesa per l’inflazione in Eurozona

L’andamento del mercato è prudente ma prevalgono le vendite, anche in virtù dei dati attesi in mattinata, in primis l’inflazione in Eurozona, attesa al 9% per quello che sarebbe il quarto aumento consecutivo da maggio a questa parte. Inoltre, le indicazioni macro che arrivano dalla Cina indicano un’economia che fa ancora fatica a riavviare di slancio la propria crescita, e questo ha rallentato il mercato asiatico, negativo, come Wall Street alla vigilia e lo Sp500 di nuovo sotto i 4.000 punti come non succedeva dal mese di luglio scorso.

Tornando a Pechino, il Pmi manifatturiero è salito a 49,4 nel mese di agosto dai 49 di luglio, superando anche le previsioni attestate a 49,2. Tuttavia, per il secondo mese consecutivo si tratta di una contrazione delle attività di fabbrica, un rallentamento dovuto alle recrudescenze di casi di Covid 19, nuovi blocchi in alcune città e razionamento elettrico a causa dell’ondata di caldo che ha travolto anche la Cina.

Piazza Affari resiste sopra la parità, il btp rende il 3,8%

Piazza Affari cresce dello 0,1% a 21.875 punti. Francoforte è negativa: -0,18% a 12.936 punti, andamento simile per Parigi, -0,2% a 6.192 punti. Infine Madrid, la peggiore: -0,4% a 7.946 punti. Spread sempre allineato sui 230 punti base, il rendimento del btp oscilla sul 3,8%, anche il bund tedesco non scende dall’1,5% osservato in questa settimana mentre il t-note si riposiziona sopra il 3,1% dopo la forte volatilità nella vigilia dopo le dichiarazioni di John Williams, membro del board della Fed, che ha respinto ogni possibilità di un taglio dei tassi nel 2023, indicando un valore poco sopra il 3,5% come possibile punto di arrivo della politica restrittiva del Fomc.


Grf Ftse Mib by Borsa Italiana

Unicredit e in generale le banche permettono a Piazza Affari di resistere sopra la parità più di tutti gli altri indici europei, quantomeno nella prima ora di scambi: +2,7% per l’istituto guidato da Andrea Orcel che ha ricevuto l’ok dalla Bce alla seconda tranche del programma di buyback fino a un miliardo di euro. Anche Bper Banca sfiora i 2 punti percentuali di guadagno, acquisti anche su Stmicroelectronics, +1,6%, e su Poste Italiane, +1,2%. Il titolo peggiore è Recordati, -1,4%, seguita da Iveco e Hera, -1,3%.  Da seguire Saipem, dopo la nomina come nuovo amministratore delegato di Alessandro Puliti.

Non solo Gazprom: petrolio, agosto è negativo: -6%

Tornando alle materie prime, il petrolio scivola sotto i 92 dollari al barile, con il Wti che perde l’1,1%, sulla buona strada secondo gli analisti per ridurre il prezzo per il terzo mese consecutivo. Nel mese di agosto il greggio si è deprezzato del 6%. Pesano l’indebolimento delle prospettive della domanda a causa degli aggressivi aumenti dei tassi da parte delle banche centrali. E anche il primo importatore, la Cina, ormai da mesi non molla la strategia Zero Covid che ha di fatto fatto deragliare, almeno per il momento, la ripresa. Il costo del petrolio in questo periodo è influenzato da molti fattori, comprese le violenze in corso in Libia e in Iraq, oltre all’immobilità dei membri dell’Opec che non stanno alterando la produzione, in attesa di ridurla quando l’Iran tornerà ad esportare.

Sterlina, agosto negativo: -4,4%

Euro dollaro resiste appena sopra la parità ma l’andamneto del mercato azionario, che dopo la prima ora di scambi sembra voglia intraprendere una direzione negativa, sta restituendo vigore al dollaro, molto vicino a superare quota 109 nel proprio paniere principale. Continua infine l’indebolimento della sterlina, ai minimi da marzo 2020 in zona 1,1647 dopo che alcune proiezioni di banche d’affari internazionali prevedono un’inflazione nel Regno Unito del 20% entro l’inizio del 2023. Nel mese di agosto la valuta inglese ha perso più del 4,4%.