La marcia indietro del governo sul Pos premia Nexi, che corre più di tutti a Piazza Affari in quella che è l’ultima settimana prima della breve sosta natalizia (il mercato riaprirà poi il 27 dicembre). I mercati arrivano da un fine settimana all’insegna delle vendite, complici le decisioni delle banche centrali, in particolar modo quelle della Bce, che ha spiegato chiaramente l’intenzione di proseguire con la stretta dei tassi e di volar avviare il quantitative tightening a partire dal prossimo mese di marzo.

Corre più di tutti in Europa anche il listino milanese, consolidando i minimi di venerdì, giorno in cui il vecchio continente è tornato a contemplare minimi che non si vedevano da inizio novembre. Corre, Milano, perché sostenuto non solo da Nexi, spinta dalla retromarcia sul Pos, ma anche dagli energetici e da Azimut, che ancora beneficia della joint venture siglata con Unicredit e annunciata lo scorso fine settimana.

Il rally di Santa Claus

“In quella che è un’ottava scarna di dati macro, ci sono alcune domande in chiusura dell’anno che accompagneranno i mercati -spiega Gloria Grigolon, investment specialist di Pictet Am-. Cosa succederà a tassi e inflazione, come si evolveranno guerra e pandemia da Covid, quale ruolo avrà l’economia cinese nel 2023 e ovviamente come calibrare i portafogli di investimento. Inoltre, guardando l’andamento dello S&p500, indice principale di Wall Street, resta l’interrogativo sul rally di Santa Claus, che descrive un eventuale aumento del mercato azionario nella settimana che per l’appunto precede il 25 dicembre. Molti aggiustamenti delle posizioni portafoglio, in vista della fine dell’anno, avvengono infatti proprio nella settimana prima di Natale mentre c’è ancora liquidità di mercato”.


Grf Ftse Mib by Borsa Italiana

Mezz’ora di contrattazioni e Piazza Affari guadagna lo 0,6% a 23.848 punti. Francoforte sale dello 0,4%, a 13.960 punti mentre Parigi consolida lo 0,5% a 64.91 punti. Lo spread, cresciuto notevolmente dopo gli annunci della Bce, passando da sotto quota 190 a oltre 210 punti base, si sta riassestando in area 215, oggi con un rialzo dell’1,8%. Il rendimento del btp consolida i massimi di venerdì a ridosso del 4,3%, allineato ai valori del decennale greco e ben al di sopra della media mobile a 50 periodi. Lo stesso vale per il bund tedesco, che rende il 2,1%. Da monitorare l‘intervento in giornata del vicepresidente della Bce Luis De Guindos, che potrebbe dare ulteriori spiegazioni alla decisione annunciata da Christine Lagarde sulla stretta dei tassi.

Il pasticcio sul Pos premia Nexi

Tornando al Ftse Mib, si diceva di Nexi (e del Pos): un rally al di sopra del 4% in apertura, un rimbalzo che segue i minimi segnati venerdì a 7,32, mai così in basso negli ultimi 7 mesi. Con un massimo intraday a 7,73, che corrisponde a una prima resistenza statica all’interno di un canale ribassista di breve periodo a sua volta inserito in una lateralità di medio termine, al di sopra dei 7 euro ad azione, supporto e soglia psicologica importante. La retromarcia del governo sul Pos, con il tetto al contante non più fissato a 60 euro, mette birra al titolo della società attiva nei pagamenti digitali. Acquisti su Tenaris (+2,8%) ed Erg (+2%) con il petrolio che arresta due sedute negative consecutive cercando di consolidare area 75 dollari al barile. Forte ancora Azimut, che supera i 21 euro ad azione (+1%) e raggiunge il top degli ultimi 8 mesi.
Con i titoli di stato sotto pressione, le vendite maggiori si concentrano su Bper Banca, -0,7%, Moncler -0,6%, tra i più esposti alle dinamiche asiatiche, con la Cina che non conta i morti da Covid ma torna  a chiudere le città e conclude gli scambi in netto rosso, e Leonardo, -0,5%. Da segnalare la richiesta della procura di Milano per il rinvio a giudizio di quattro persone nel procedimento dei crediti deteriorati di Mps. Tra questi, c’è anche l’ad di Leonardo Alessandro Profumo, ex presidente dell’istituto senese.

Ue, verso l’intesa sul tetto del prezzo del gas

Guardando alle materie prime e già detto del petrolio, sarebbe alla portata un’intesa sul tetto al prezzo del gas nell’Unione europea, stando alla Commissaria europea per l’energia Kadri Simson al suo arrivo alla riunione dei ministri dell’Energia Ue a Bruxelles, durante la quale si cercherà di concludere l’accordo. “Naturalmente, richiederà un forte spirito di compromesso da parte di tutti”, ha aggiunto. Anche per questo il Ttf è scambiato a 110 euro per megawattora, in calo del 6%  (grafico sopra), ai minimi del mese, complice anche l’attenuarsi delle preoccupazioni per le forniture e la prima ondata di freddo in Europa che volge al termine. La fornitura di energia eolica in Germania è in aumento, così come la disponibilità nucleare francese.

Williams (Fed di Ny): i tassi aumenteranno ancora. Focus su Yen

Sul fronte del mercato valutario, il dollaro è sceso a 104,5 dopo la corsa recente di oltre l’1% nelle ultime due sessioni, sul percorso del rialzo dei tassi della Federal Reserve. In questo senso il presidente della Fed di New York, John Williams, ha detto che è ancora possibile che la banca centrale statunitense aumenti i tassi di interesse più di quanto attualmente previsto il prossimo anno, aggiungendo di non attendersi che l’economia cada in recessione mentre i banchieri della Fed proseguono con le politiche per domare un’inflazione inaccettabilmente alta. La Federal Reserve prevede un tasso terminale del 5,1% l’anno prossimo. Occhio allo yen, che guadagna lo 0,6% (grafico sotto) sul dollaro, in seguito alle notizie secondo cui il Arimo ministro Fumio Kishida sta progettando di rivedere un accordo decennale con la Banca del Giappone per aggiungere flessibilità al suo obiettivo di inflazione del 2%.