La Cina preoccupa i mercati. Il petrolio scende su nuovi minimi del 2022. Le rivolte, i nuovi blocchi causa politica zero covid, il virus che rimane anche a causa di una percentuale piuttosto bassa dei vaccini e l’economia che rallenta. Ce n’è abbastanza per costringere gli investitori a mantenere la cautela a livello operativo. Anche se gli indici non stanno registrando ribassi particolarmente profondi.

Shanghai è ai minimi del mese. Hong Kong centra in pieno la media mobile a 50 periodi ed è ai livelli dell’11 novembre scorso. La crisi di Pechino si manifesta in maniera molto più evidente nel calo del rame, 3,54 dollari per libbra ai minimi del mese, e soprattutto in quello ben più consistente del prezzo del petrolio. Proprio in mattinata il greggio ha rotto al ribasso il supporto in area 76 dollari al barile e scivola al di sotto dei minimi dell’anno: i 73,98 rappresentano il record negativo dal 27 dicembre del 2021.

Europa negativa: Leonardo in controtendenza, giù lusso ed energia

L’Europa si muove di conseguenza. Piazza Affari perde lo 0,4% a 24.608 punti. Francoforte scende dello 0,2% a 14.512 punti mentre Parigi segna -0,3% a 6.693 punti dopo la prima mezz’ora di contrattazioni. Ancora in calo lo spread, 184 punti base con il btp che rende il 3,8%, mentre il bund tedesco l’1,9%. Ai minimi dal 5 ottobre scorso il t-note Usa, il cui rendimento si muove attorno al 3,6%.

Tornando all’indice milanese, Leonardo è il titolo migliore: +2,5%, con  il governo brasiliano che ha scelto il mezzo blindato Centauro II prodotto da Iveco (+0,35%) e da Oto Melara, gruppo Leonardo, per il contratto di fornitura di 96 blindati. Positivi anche Nexi (+0,8%), Campari (+0,6%, non distante dai massimi di agosto) e Amplifon (+0,5%). A zavorrare il Ftse Mib c’è Tim, -3,1%, dopo che il sottosegretario alla presidenza del consiglio Alessio Butti è stato incaricato di occuparsi della strategia della banda ultralarga. Le pesanti criticità sollevate potrebbero spingere Cdp a congelare l’offerta.

Giù anche Tenaris, -2,4%, ed Eni, -1,8%, che soffrono il calo del prezzo del petrolio, così come i titoli del lusso stanno perdendo terreno per le difficoltà della Cina: Moncler, Tod’s, Brunello Cucinelli e Safilo oscillano tutte attorno a perdite tra lo 0,5% e lo 0,9%.


Grf Ftse Mib by Borsa Italiana

Non solo petrolio: anche il gas europeo è sotto pressione

Detto del petrolio, sotto pressione anche per le notizie che arrivano dagli Usa, che avrebbero concesso a Cevron Corp una licenza per riprende la produzione di petrolio in Venezuela, resta da monitorare il prezzo del gas europeo. In mattinata si muove attorno ai 125 euro per megawattora, in calo dell’1,2% (grafico sotto) dopo il +8% dell’ottava precedente. Gazprom non ha interrotto la fornitura di gas al vecchio continente attraverso l’Ucraina, contrariamente a quanto comunicato la scorsa settimana. Con l’arrivo del clima rigido, i depositi di gas in Ue sono pieni al 94,6% e il livello di stoccaggio totale in Germania era già del 99,3% al 22 novembre.
Tuttavia, la situazione rimane difficile in quanto un rapido aumento della domanda potrebbe mettere sotto pressione le scorte mentre l’offerta rimane limitata. Sul fronte politico, i ministri dell’Energia dell’Ue hanno concordato di posticipare a metà dicembre l’approvazione di un prezzo massimo del gas proposto a 275  euro per megawattora.

Christine Lagarde nel pomeriggio parla alla Commissione Ue

Sul mercato valutario il dollaro mostra volatilità: nella notte è stato acquistato dagli investitori per un timore che la crisi della Cina provochi un nuovo risk off. Ma in mattinata il trend è cambiato: -0,3% e di nuovo sotto quota 106. L’euro si mantiene vicino ai massimi degli ultimi 5 mesi, a 1,0436, +0,5% (grafico sotto) nel giorno in cui Christine Lagarde, presidente della Bce, parlerà davanti alla Commissione Ue. Argomento: politica monetaria.
Spiega Gloria Grigolon, marketing manager di Pictet Am: “Gli investitori si domandano se a dicembre la Bce alzerà i tassi di 50 o 75 punti base. Secondo gli ultimi verbali pubblicati dall’Eurotower, i tassi devono aumentare ulteriormente per contribuire a ridurre l’inflazione ma non ci sono ancora idee sulla destinazione finale. L’aumento totale di 200 punti base da luglio o oggi, con l’ultimo ritocco di ottobre pari a 75 punti base, per un tasso reale dell’1,6%, è il più rapido inasprimento politico europeo mai registrato”.