Nel mese in cui si attendono meno volumi di scambi con l’arrivo delle festività è ancora la tenuta del mercato del lavoro negli Stati Uniti a influenzare i mercati e lo fa in maniera negativa. Se l’economia americana regge e aumentano gli occupati, c’è ancora liquidità. Se c’è liquidità c’è una predisposizione alla spesa. Se c’è una predisposizione alla spesa c’è il rischio che l’inflazione rimanga alta. E questo potrebbe quantomeno indurre la Federal Reserve a non allentare la propria politica restrittiva sui tassi d’interesse. L’Europa dunque si muove sotto la parità e Piazza Affari non fa eccezione, con i dati Pmi del settore servizi che sostanzialmente rimangono ancora in contrazione.

L’indice milanese si muove leggermente negativo: -0,07% a 24.659 punti. Francoforte perde lo 0,3% a 14.480 punti mentre Parigi cede lo 0,2% a 6.726 punti. Spread in lieve rialzo a 192 punti base, con il rendimento del btp che si muove attorno al 3,7% mentre il bund rende l’1,8%. Sono ancora gli energetici a registrare i guadagni maggiori, in primis Saipem: +3,4%, con la sensazione ormai che il peggio sia alle spalle 10 mesi dopo il profit warning con svalutazioni per un miliardo di euro e a quasi cinque mesi dalla conclusione dell’aumento di capitale, avendo incassato due upgrade del rating da parte di S&P, l’ultimo il 2 dicembre, a BB+, con outlook stabile.

Saipem, il peggio è passato?

Inoltre, la raccolta di nuovi ordini da parte dei clienti ha già superato gli 11 miliardi di euro nei primi 11 mesi, mentre i ricavi sono attesi in crescita anche grazie alle commesse in Qatar da 4,6 miliardi e persino il Mozambico, dove il maxi-contratto con Total è ancora fermo, potrebbe riservare una buona sorpresa forse già dal primo trimestre. Dal punto di vista tecnico, il titolo si muove sotto una resistenza statica a quota 1,08. In caso di rottura, il target successivo potrebbe essere 1,17 euro ad azione.


Grf Ftse Mib by Borsa Italiana

Focus sul petrolio, tra Opec+, Cina e limiti all’importazione dalla Russia

Guadagna anche Tenaris, +1,09%, sfruttando la tendenza del prezzo del Wti al rialzo. Perché l’Opec + non ha ridotto la produzione. Perché il tetto fissato dall’Europa al greggio proveniente dalla Russia è di 60 dollari al barile e perché i segnali (gli ennesimi) di riapertura della Cina fa propendere gli investitori verso un ritorno alle attività nel colosso asiatico, che è il primo consumatore di petrolio al mondo. Non solo petrolio. Anche Hong Kong chiude con un guadagno di oltre il 4% mentre Moncler si muove sopra il punto percentuale, visto che la società potrebbe beneficiare dell’allentamento delle misure contro il Covid in Cina.

Storie di borsa: Tim, Eni, Webuild e Juventus

Tornando agli energetici, da segnalare il -0,17% di Eni dopo che il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha detto che il colosso oil potrebbe essere chiamato in causa per “l’amministrazione straordinaria e temporanea” della raffineria Isab di Priolo in Sicilia, controllata dalla russa Lukoil.

Tim registra un 1% di guadagno: il sottosegretario con delega all’Innovazione Tecnologica Alessio Butti ha dichiarato che, secondo la sua personale opinione, la società tlc resta, almeno per il momento, un’unica azienda. Webuild mantiene un +0,6% dopo aver annunciato lo stop alla procedura di acquisizione della società australiana Clough. Amplifon è il più venduto: -1,8%, in linea di massima prese di beneficio dopo il +3,44% di venerdì. Consolida i minimi delle vigilia Stellantis a 14,6 euro ad azione (-0,07%), sostenuto anche da Jp Morgan che mantiene “buy” il suo giudizio con prezzo obiettivo fissato ancora a 21 euro. Infine Juventus: +1,6% nella prima ora di scambi, nonostante la dichiarazione a Radio Anch’io di Mattia Grassani, esperto di diritto sportivo: “Si tratta di uno scenario preoccupante, la retrocessione è una possibilità”.

Gas, prezzo in aumento

Tornando alle materie prime, il gas europeo sale ancora, oltre i 140 euro per megawattora ai massimi degli ultimi due mesi. Le temperature scendono. Le scorte si riducono e la domanda aumenta. I depositi Ue, pieni al 91,9% il 3 dicembre, si sono ridotti al 91,6% il giorno successivo. Nel frattempo, il gas sull’oleodotto Yamal-Europa dalla Germania alla Polonia è sceso a zero, mentre i flussi attraverso l’Ucraina proseguono, anche nel giorno in cui sono entrati in vigore il blocco dell’Ue sulle importazioni di petrolio russo via mare e un limite massimo del prezzo del petrolio russo.

Dollaro in caduta libera, oro ed euro in ripresa

Sul fronte delle valute, è interessante osservare la discesa del dollaro, ora appena sopra quota 104 sul proprio indice principale. Per il biglietto verde si tratta della quarta sessione consecutiva al ribasso. Più della metà dei guadagni di quest’anno sono stati cancellati: il cambiamento di politica della Cina sul Covid ha aumentato gli asset di rischio, aumentando le aspettative che la Fed possa rallentare il ritmo degli aumenti anche se, come detto, il rapporto sull’occupazione Usa è superiore alle aspettative e questo potrebbe mettere nelle condizioni il Fomc di proseguire con un aumento sostenuto dei tassi.

In tutto questo ne approfitta l’euro, a 1,05, tornato ai massimi da giugno, nonostante le dichiarazioni recenti dei membri del board della Bce Joachim Nagel e Francois Villeroy, secondo cui i tassi in Europa continueranno a salire. Da segnalare anche l‘oro (grafico sotto), giunto a 1.800 dollari l’oncia, livello record negli ultimi cinque mesi, complice l’indebolimento del dollaro.