E venne il giorno. Dopo i forti guadagni dello scorso semestre e in particolare del mese di giugno arriva la prima vera seduta di forti realizzi in tutta Europa, Piazza Affari compresa. Francoforte scende del 2,57%, pesante Londra, che segna una discesa pari al -2,17%. La peggiore è Parigi, -3,13% mentre il Ftse Mib accusa un ribasso del -2,5%, al terzo calo consecutivo.

Come spesso accade, parallelamente a una sessione contraddistinta da forti vendite, sale contemporaneamente il rendimento dei titoli di stato, con conseguente crescita dello spread: 167 punti base il differenziale tra Btp (4,3%) e Bund (2,6%, mai così in alto da marzo).


Grf Ftse Mib by Borsa Italiana

L’impatto dei verbali della Fed e del petrolio in calo

A spingere giù il mercato è Wall Street e in generale le notizie che arrivano oltreoceano. I verbali della Fed pubblicati nella serata del 5 luglio, a mercati chiusi, danno chiaramente l’impressione che un nuovo rialzo dei tassi sia imminente. La pausa nel ciclo delle strette monetarie di giugno non è stata adottata all’unanimità. I falchi, messi in minoranza, torneranno a prevalere. E così adesso il mercato sconta il 100% di probabilità di un nuovo aumento di 25 punti base il 26 luglio prossimo. Ma si quota anche un’ulteriore stretta entro ottobre, quotata al 30%. Senza considerare che il mercato del lavoro Usa continua a mantenersi solido, nonostante sia in lieve rialzo la richiesta di sussidi per la disoccupazione.

Non solo. Perché se da una parte ci si mette anche la Bank of England, i mercati infatti scommettono su tassi al 6,5% a inizio 2024 e se così fosse, raggiungerebbe il massimo degli ultimi 25 anni, c’è da considerare anche la crisi delle banche americane.

Come spiega Ruslan Lienkha, chief of markets presso YouHodler: “Nel mese di luglio dovremmo prestare attenzione ai rapporti bancari del secondo trimestre negli Usa per conoscere meglio la situazione reale del settore durante la crisi bancaria. Numeri sorprendenti potrebbero avere un impatto negativo sui mercati finanziari e potrebbero influenzare l’economia in generale. Occhio infine al prezzo del petrolio Brent, principale indicatore che mostra come si sta riprendendo l’economia mondiale: un ulteriore calo al di sotto dei 70 dollari significherebbe una maggiore probabilità di una prossima recessione”.

Piazza Affari, rally per Finecobank

Tornando a Piazza Affari, solo due i titoli positivi nel paniere principale: Finecobank, protagonista di un rally che supera il +6% grazie ai dati relativi al primo semestre 2023, 765 milioni di euro di raccolta, superando così per il terzo anno di fila la soglia di 5 miliardi nel primo semstre, e Saipem, +0,2%. “Fineco chiude il primo semestre del 2023 con dati di raccolta particolarmente positivi e solidi, ancora più rilevanti perché ottenuti in assenza di offerte promozionali di breve periodo legate ai tassi” ha detto l’amministratore delegato di Finecobank Alessandro Foti.

Amplifon è il titolo più venduto: -5,6% seguito da Stm, -5,1% penalizzato dalla guerra dei chip e le tensioni in crescita tra Cina, Usa e Stati Uniti (ve lo raccontiamo qui, su Instagram). Rosso anche per Prysmian, -3,7%, Recordati, -3,3% e ovviamente l’intero comparto bancario. Giù Generali, -2,3% nonostante l’importante acquisizione annunciata nella seduta odierna (qui tutti i dettagli) mentre Mfe, ex Mediaset, scende del -2,4% nel giorno della diffusione del testamento di Silvio Berlusconi.