Troppa zavorra in apertura. Banche. Oil. Auto. Tim soprattutto (fino a un ribasso di 5 punti percentuali nei primi momenti di scambio). E così neanche la buona partenza di Wall Street è sufficiente a invertire la rotta di Piazza Affari, che chiude negativa una seduta all’insegna delle vendite, ridotte solo parzialmente nelle ultime due ore di contrattazioni grazie ai mercati americani, che pure al giro di boa vedono solo il Nasdaq registrare un guadagno consistente, +0,4%, con lo S&P 500 piatto e il Dow Jones sotto dello 0,1%, indeboliti poi ulteriormente dalle parole di Jerome Powell al Senato, secondo cui il taglio dei tassi avverrà solo quando ci sarà la certezza di un’inflazione ancorata al 2%.

Il Ftse Mib chiude con un rosso pari a -0,7% a 27.410 punti. Francoforte cede lo 0,2% a 15,988 punti mentre per Parigi il ribasso è dello 0,79% a 7.203 punti. Stessa sostanziale variazione per Londra, dove la Bank of England si conferma falco e aumenta i tassi di altri 50 punti base, oltre i 25 pb attesi, portando il costo di indebitamento a un livello del 5%. Una mossa che sicuramente non ha aiutato l’andamento negativo del vecchio continente. D’altronde le banche centrali continuano a essere il market mover principale dei mercati.


Grf Ftse Mib by Borsa Italiana

Bowman e Powell spaventano i mercati, già depressi dopo la BoE

Nella direzione di quanto annunciato dal presidente della Federal Reserve vanno anche le dichiarazioni di Michelle Bowman, membro del board, durante un evento a Cleveland: “Abbiamo compiuto progressi nell’abbassare l’inflazione, ma nonostante il significativo inasprimento della politica monetaria, continuiamo a vedere livelli di inflazione inaccettabilmente elevati. Ritengo che saranno necessari ulteriori aumenti dei tassi ufficiali per ridurre l’inflazione al nostro obiettivo nel tempo”.

Non a caso i tassi d’interesse sono stati uno degli argomenti sul tavolo durante l’incontro tra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco a Palazzo Chigi, oltre alle prospettive economiche e di crescita dell’Italia, dove oggi lo spread ha raggiunto quota 163 punti base, sostanzialmente stabile con il Btp decennale che ha raggiunto il 4,1% (grafico sotto) di rendimento sui massimi delle ultime tre sedute mentre il Bund tedesco ha agguantato nuovamente il 2,5%.

Tim, per la cessione della rete mandato in esclusiva a Kkr

Il titolo pià venduto è Tim, che registra un passivo pari a -2,85% nel giorno del Cda per esaminare le offerte sulla rete. Per il Financial Times il socio Vivendi è pronto a dare battagli e contrastare la cessione dell’asset. Tradotto: non si vende, a nessuno (l’articolo integrale qui). Intanto però, a mercati chiusi, è arrivata la conferma dell’esclusiva al fondo americano Kkr, risultata preferibile in termini di eseguibilità e relativa tempistica, nonché superiore rispetto all’offerta presentata dal consorzio Cdp e Macquarie.

Una scelta condotta con l’assistenza degli advisor finanziari Goldman Sachs, Mediobanca e Vitale & Co, alla luce dell’istruttoria svolta dal Comitato Parti Correlate a sua volta assistito da LionTree ed Equita in qualità di advisor indipendenti. All’unanimità, il consiglio di amministrazione ha dato mandato all’ad Pietro Labriola di avviare, in esclusiva, una negoziazione migliorativa con Kkr, finalizzata a ottenere la presentazione entro il 30 settembre di un’offerta conclusiva e vincolante.

Gli altri rossi provengono da Amplifon, -1,2%, e come detto le banche: Mps e Mediobanca -1,9%, Unicredit -1,4%. Hanno provato a rialzare la testa Pirelli, +0,3% dopo una debolezza recente dovuta all’incertezza a valle dell’esercizio del Golden Power e al cambio del nome designato a sedersi sulla poltrona di ad mentre i rialzi maggiori arrivano da Iveco, +2,6%, e A2A, +1,4%. 


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