Cautela per i listini azionari europei. Che chiudono contrastati e poco mossi. Al contrario del petrolio, che con il taglio della produzione annunciato dall’Opec+ registra altissima volatilità.

Da una parte Francoforte (-0,3%) e lo Smi di Zurigo (-0,1%) che concludono sotto lo zero. Dall’altra Milano (+0,2%) e Parigi (+0,3%), di poco sopra la parità. Prudenza dunque, che vale anche per Wall Street che si muove piatta al giro di boa.

Possibile che la scelta dei paesi esportatori produttori di petrolio faccia temere un incremento delle aspettative sull’inflazione, e quindi, nuovi rialzi dei tassi. Balza in alto dello spread, a 184 punti base, con il rendimento del Btp decennale pari al 4% e quello del Bund pari al 2,2%.


Grf Ftse Mib by Borsa Italiana

Corre il petrolio: effetti sugli altri asset

Tocca dunque al petrolio fare la voce grossa. Wti e Brent guadagnano oltre il 6%. Il greggio americano si posizione a ridosso degli 85 dollari al barile. Sopra quota 80 il prezzo di riferimento per l’Europa. Decisivo in questo senso l’anticipazione da parte dell’Opec+ che a partire dal prossimo mese taglieranno la produzione di oltre un milione di barili al giorno.

Un rally che ha premiato il Ftse 100 inglese, +0,5% alla chiusura, legato all’andamento dell’oro nero, così come anche ildollaro canadese (-0,6% il cambio dollaro-dollaro canadese). Il biglietto verde si muove in calo dello 0,4% permettendo così anche a euro dollaro di rimanere appena sotto 1,09, e all’oro, che cresce del +0,9%. 

Piazza Affari, migliori e peggiori

Inevitabilmente sono i titoli petroliferi e in generale gli energetici i più brillanti a Piazza Affari. Saipem +4,3%, complici i recenti contratti chiusi e annunciati in mattinata (ne parliamo qui). Acquisti anche su Eni, +4%, e Tenaris, +3%.

Buona la performance di Unicredit che sale del 2,9% nel giorno in cui è iniziato il buyback annunciato la scorsa settimana. Iveco è il titolo che ha registrato le perdite maggiori: -2,7%, seguito dal Montepaschi di Siena e Prysmian, per entrambi -1,8%.