Le borse europee ereditano le tensioni da Wall Street (-3,3% del Nasdaq, -2,5% dello Sp&500) dopo il quarto rialzo dei tassi consecutivi da parte della Fed (tassi di riferimento al 4%, grafico sotto) che non ha né confermato, né smentito, possibili aumenti ridotti nel futuro (dunque, niente Fed pivot). Inoltre, in mattinata sono arrivate una serie di dichiarazioni tutt’altro che confortanti da parte di Christine Lagarde e di altri membri del board della Bce. Secondo la presidente dell’Eurotower l’unico obiettivo da perseguire rimane quello della stabilità dei prezzi. E che la recessione potrebbe non bastare per contenere l’inflazione.

Ha parlato anche Fabio Panetta: “Siamo pronti a intervenire tempestivamente per contrastare eventuali ingiustificate disfunzioni del mercato, qualora dovessero sorgere”, una sorta di Whatever It Takes di Draghiana memoria riadattato ai tempi che corrono, a conferma che la linea di Panetta è molto vicina a quella dell’ex premier, ed ecco perché sarebbe stata davvero dura vederlo ministro dell’economia di Giorgia Meloni. Inoltre, secondo l’economista romano, le prospettive di inflazione a medio termine presentano ancora chiari rischi di rialzo.

Ed è per questo che Joachim Nagel, presidente della Bundesbank, ha ribadito che “è necessario aumentare ulteriormente i tassi di interesse”. Tuttavia il board si conferma tutt’altro che unito. Se da una parte Mário Centeno, presidente della Banca centrale del Portogallo e anche lui membro della Bce, ha detto che mantenere un’inflazione elevata avrebbe un costo recessivo ancora maggiore, dall’altra ha aggiunto che: “Buona parte degli aumenti dei tassi dovrebbero essere già stati fatti”.

Mercati nervosi stretti tra Fed e Bce

E così Piazza Affari cede lo 0,8% a 22.619 punti. La resistenza in area 23.100 ha respinto al mittente il tentativo di recuperare completamente la seduta nera del 10 giugno scorso (-5%). Francoforte perde lo 0,9% a 13.134 punti. Arriva al punto percentuale di perdita Parigi: -1% a 6.215 punti, giù anche Zurigo (-1,1%) e Londra (-0,7%).

Sotto pressione anche i rendimenti dei titoli di stato europei. Il btp decennale risale al 4,48% ai massimi del 25 ottobre mentre il bund si riporta in area 2,3%. Lo spread rimane sotto i 215 punti base ma l’Italia rimane in allerta, specie dopo l’allarme di Moody’s, secondo cui nel 2023 è prevista una crescita ferma a zero dopo il +2,7% atteso per fine anno, con taglio dell’outlook anche per le banche europee.


Grf Ftse Mib by Borsa Italiana

Occhio a Tim e Stellantis

Tim rimane il titolo più comprato:+1,6%. Reuters ha riportato l’incontro tra l’ad Pietro Labriola e Gaetano Caputi, capo di gabinetto della presidenza del consiglio. Secondo Repubblica un’Opa è in fase di studio con Cdp, Macquarie, Vivendi e Kkr protagonisti. Salgono anche i bancari in primis Unicredit (+0,9%). Giù Stellantis (-2%) nonostante abbia confermato la guidance per l’intero anno, il +29% dei ricavi netti nel terzo trimestre, ben al di sopra delle stime degli analisti. Bene anche le vendite globali di veicoli elettrici, +41% rispetto terzo trimestre dell’anno scorso.

A mercati chiusi sono stati comunicati infine i nuovi dati sulle immatricolazioni: +14,5% in Italia, terzo segno positivo di fila, ma vendite tra gennaio e ottobre sono in calo del 13,8%. Se le previsioni di Unrae e del Centro Studi Promotor verranno confermate, le auto immatricolate entro la fine dell’anno saranno 1 milione e 300 mila, il dato peggiore dal 2013.

Dollaro in risalita. Uk, attesa per la la BoE

A livello macroeconomico da segnalare il tasso di disoccupazione dell’Eurozona atteso per le 11 mentre nel pomeriggio sono attesi i consueti dati sull‘occupazione americana, oltre che l’indice Ism non manifatturiero. Da monitorare in questo senso il mercato valutario, a partire dal dollaro, l’asset maggiormente acquistato nel 2022 con effetto contrario sull’azionario, nonostante la ripresa a partire da metà ottobre.

Il biglietto verde guadagna lo 0,5% dopo le decisioni della Fed ed è nuovamente vicino a quota 113 sul dollar index. Euro che invece si riporta pesantemente sotto la parità, -0,4% e a quota 0,97 nel cambio con il dollaro (grafico sotto). E da tenere d’occhio c’è anche la sterlina, perché alle 13 toccherà alla Bank of England comunicare le nuove decisioni sui tassi. Dopo un’ora di scambi dall’apertura dell’Europa, il pound perde l’1% a 1,1260.