Il risiko bancario (ne parliamo qui) e i rumors su Unicredit e Banco Bpm assieme alla rete fissa in vendita sono ancora i market mover per quanto riguarda Piazza Affari, che si muove sopra la parità in avvio di seduta in controtendenza rispetto agli altri principali indici europei.

Milano guadagna lo 0,1% a 27.925 punti. Francoforte scende dello 0,2% a 15.853 punti mentre Parigi è appena sotto lo zero, a 7.533 punti. Lo spread si muove ancora in area 183 punti base ma i rendimenti salgono ancora: 2,5% per quanto riguarda il Bund (grafico sotto), 4,3% il Btp italiano.

Tim pesante, Banco Bpm corre

Si diceva della rete fissa. Per quanto riguarda Tim, -2,9% nei primi minuti di scambi, sono arrivate in serata le proposte migliorative per l’acquisto di Netco. Kkr alza l’offerta di 1 miliardo mentre Cdp-Macquarie di 1,3 miliardi. Con gli advisor al lavoro per valutare le offerte, il primo Cda dovrebbe essere convocato il prossimo 4 maggio.

Sul fronte bancario, il presidente della Fondazione Crt Fabrizio Palenzona ha detto che la fusione tra Bpm e Unicredit (+0,4%) ha ancora valenza strategica. Banco Bpm (+2,2% in avvio) il cui Cda ha deliberato intanto di procedere con un progetto finalizzato alla definizione di una potenziale partnership con un primario operatore di mercato, che avrà oggetto sia il merchant acquiring e gestione dei Pos, sia l’issuing e la distribuzione di carte di pagamento.

Dalle manifestazioni di interesse non vincolanti sin qui ricevute dalla banca da parte di primari operatori di mercato emerge come il business sia in grado di esprimere un potenziale di valorizzazione complessiva in termini di “Npv” pari aoltre 2 miliardi di euro.


Grf Ftse Mib by Borsa Italiana

Banco Bpm ma non solo: Saipem, Brunello Cucinelli e Stellantis

Tra gli altri titoli, Saipem (+1,3%), ha esteso di due anni il contratto drilling offshore per la nave Santorini e oggi riunisce il cda sui conti del primo trimestre 2023. Brunello Cucinelli (-1,2%) ha chiuso il primo trimestre 2023 con ricavi netti pari a 265,3 milioni di euro, in crescita del 34,7% a cambi correnti (+32,8% a cambi costanti) rispetto al primo trimestre 2022. Per l’intero anno la stima è di un incremento delle vendite del 15% e del 10% circa nel 2024.

Da seguire anche Stellantis (-0,6%), dopo la pubblicazione delle immatricolazioni delle auto nuove a marzo: +23,3%mentre su base trimestrale, tra Europa, Uk e paesi Efta, l’aumento è del 9,7% ma la quota di mercato del gruppo è scesa a marzo: dal 18,1% al 17,7%. Giù anche nel primo trimestre: dal 19% al 17,8%.

Wall Street: i conti di Netflix

A Wall Street, che ha chiuso contrastata ma debole, tengono ancora banco le trimestrali. Deludono i conti di Netflix, nel premarket fino a 10 punti percentuali in rosso, che ha registrato un utile netto di 1,3 miliardi di dollari nei primi tre mesi del 2023. Il dato è in calo del -18% su base annua. Supera 232 milioni di abbonati, 1,75 milioni in più rispetto al terzo trimestre ma delude la stima per quanto riguarda il periodo che va tra aprile e giugno.

Goldman Sachs ha registrato un calo dei profitti del 18% nel primo trimestre, superiore alle previsioni degli analisti. Deludono i ricavi, -5%, al di sotto delle attese. Sorprende gli analisti invece la trimestrale di Bank of America. Oggi tocca a Morgan Stanley, Tesla e Ibm.

Inflazione: cosa hanno detto Bullard e Bostic

I mercati asiatici hanno chiuso in territorio negativo, appesantiti dalle parole dei membri della Fed James Bullard e Raphael Bostic. Il primo ha sostenuto di essere favorevole a un tasso terminale più elevato compreso tra il 5,5% e il 5,75% (nel grafico sopra i tassi d’interesse attuali negli States, nella forbice tra il 4,75% e il 5%). Il secondo ritiene che sia opportuno un ulteriore aumento di un quarto di punto (+0,25% è quanto al momento il mercato si aspetta, gli investitori danno ora l’86,6% di possibilità che la Federal Reserve, tra due settimane, decida di alzare i tassi d’interesse  al 5%-5,25%) prima di fare una pausa con gli aumenti.

Agenda macro: inflazione Uk e Ue

Inflazione che nel Regno Unito si attesta al 10,1% su base annua nel mese di marzo (grafico sopra), in calo rispetto al 10,4% di febbraio ma leggermente al di sopra delle aspettative del mercato (9,8%). Il tasso è rimasto al di sopra del 10% per il settimo periodo consecutivo, ben al di sopra dell’obiettivo del 2% della Banca d’Inghilterra ormai per quasi due anni, suggerendo che i responsabili politici potrebbero continuare ad aumentare i costi di finanziamento per combattere l’inflazione. In tarda mattinata toccherà all’indice dei prezzi al consumo dell’Eurozona. Il dato dovrebbe scendere dall’8,5% al 6,9%.