Another brick on the wall. Piazza Affari aggiorna ulteriormente i propri massimi, e stavolta bisogna andare indietro al 25 febbraio scorso per ritrovare i 25.741 punti raggiunti in apertura. Su nove sedute del nuovo anno, il Ftse Mib ha registrato rialzi in sette occasioni guadagnando il 7,5%. Ancora meglio stanno performando Francoforte e Parigi, cresciuti rispettivamente di oltre il 7% e del 6,8%. E oggi pomeriggio, con l’inflazione Usa, sicuramente il dato più atteso per quanto riguarda il mese di gennaio, potrebbe dare ulteriore forza agli indici internazionali, dopo il +1,7% del Nasdaq nella serata di mercoledì e il +1,2% dello S&p 500. Le previsioni vedono un +6,5% a dicembre, sarebbe il sesto mese consecutivo di rallentamento, il più basso da ottobre 2021 e dopo il +7,1% di novembre 2022 (grafico sotto). Insomma, il picco del 9,1% di giugno sembra ormai alle spalle, anche se ci troviamo ancora a un livello tre volte superiore rispetto al 2% che è l’obiettivo della Fed.

Bce, Olli Rehn: “Rialzo dei tassi costante”

Sempre sul fronte delle banche centrali, nuove dichiarazioni arrivano dai membri del board della Bce. In questo caso è toccato al governatore della Banca di Finlandia Olli Rehn, secondo cui il ritmo di rialzi nei prossimi mesi sarà costante. Tornando invece all’inflazione, aumenta il dato in Cina secondo le previsioni: +1,8% a dicembre, più alto rispetto al +1,6% rilevato in precedenza mentre l’indice dei prezzi alla produzione rimane in contrazione deludendo le attese: -0,7% rispetto al -0,1% previsto dagli analisti, seppur migliorando il -1,3% di novembre.

Dopo mezz’ora di scambi Piazza Affari sale dello 0,5% a 25.683 punti, Francoforte meno vivace: +0,2% a 14.973 punti mentre Parigi guadagna lo 0,5% a 6.962 punti. Spread sempre più lontano dalla soglia di attenzione a 200 punti, in avvio di seduta è a quota 183 pb, con il rendimento del Btp che abbandona area 4% per posizionarsi al 3,9% mentre il bund tedesco oscilla sopra il 2,1%.


Grf Ftse Mib by Borsa Italiana

Nuovo rally per Iveco (+8% in meno di due sedute), acquisti su Tim

Ancora Iveco tra i titoli più comprati a Milano: +4,8% dopo il doppio accordo annunciato nel giro di poche ore. L’ultimo l’accordo prevede la fornitura 150 autobus a Bus Italia, società del gruppo Fs Italiane, mentre alla Marina militare italiana fornirà 36 mezzi anfibi per un guadagno complessivo, tra la vigilia e la prima ora di scambi nella seduta odierna, dell’8%. Tim guadagna il 2,8% dopo le ultime notizie inerenti alla rete unica (ne abbiamo parlato qui), rimbalza Saipem dopo il rosso della vigilia: +1,4%. Diasorin è il titolo più venduto, -1,3%. Da segnalare anche i guadagni di Eni, Banco Bpm e Pirelli che hanno collocato bond legati a obiettivi sostenibili, riscontranado una forte domanda (per Pirelli è la prima emissione in assoluto per una società tyre).

Guardando alle materie prime, i futures sul petrolio rimangono in area 77 dollari al barile, in lieve calo a -0,7% (grafico sotto) per quanto riguarda il Wti, sostenuto da un miglioramento delle prospettive della domanda nel principale importatore di greggio cinese dopo la fine della politica zero-Covid del paese. Tuttavia incidono anche le prospettive di recessione degli Stati Uniti, in questo senso c’è grande attesa per le trimestrali al via venerdì, tra gli altri Bank of America, Citi, Wells Fargo, i cui utili del quarto trimestre 2022 daranno segnali più chiari. Inoltre, a febbraio entrerà in vigore il divieto Ue sulle importazioni marittime di prodotti petroliferi dalla Russia, i cui effetti potrebbero essere più dirompenti del divieto Ue attuato a dicembre.

Dollaro in calo, risale il bitcoin

Sul fronte del mercato valutario, l’indice del dollaro si è riposizionato appena sopra i 103 punti (grafico sotto), sui minimi degli ultimi sette mesi. Chiaro che gli investitori guardano all’inflazione americana, che potrebbe influenzare la traiettoria dell’aumento dei tassi e quindi anche sull’andamento del biglietto verde, destinato a scendere ulteriormente se le previsioni del 6,5% dovessero essere confermate, unite alla ripresa della predisposizione al rischio da parte degli investitori sull’azionario. Dollaro che si è indebolito su tutta la linea e su tutti i cross: euro, sterlina e soprattutto yen. In questo senso un quotidiano giapponese ha scritto che la banca centrale intende verificare quali siano gli effetti collaterali della politica monetaria ultra espansiva che ormai da anni sta portando avanti. L’effetto della valuta americana più debole si vede anche sul bitcoin, tornato in area 18.000 $, come non accadeva da un mese.